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Intestino potrebbe avere ruolo nelle malattie genetiche

Il microbiota intestinale, ovvero i microbi presenti nell'intestino, potrebbero avere un ruolo nello sviluppo delle malattie neurodegenerative. Una prima dimostrazione è arrivata da uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Nature, firmato da uno dei massimi esperti mondiali in questo campo, l'israeliano Eran Elinav, direttore del Laboratorio sul Microbiota del Weitzmann Institute di Rehovot, vicino a Tel Aviv.
"Per la prima volta - ha spiegato Elinav, a margine del suo intervento oggi alla Fondazione Ferrero di Alba nel corso del convegno sull'invecchiamento di successo - abbiamo dimostrato che possiamo manipolare il microbiota in modo da influire sul decorso della Sla, malattia neurodegenerativa incurabile. Il microbiota può influenzarne il decorso attraverso la produzione di piccole molecole che impattano sulle funzioni cellulari. E lo stesso concetto credo possa essere applicato anche ad altre malattie neurodegenerative, come l'Alzheimer".
"Lo studio del microbiota - ha rimarcato - è una grande rivoluzione, che non ha più di dieci anni. Sappiamo ancora poco, ma abbiamo capito che è un campo importantissimo, che influenza ogni aspetto della nostra salute. Ma soprattutto è un campo sul quale possiamo intervenire. Ogni microbiota è unico, specifico del singolo individuo, e lo fornisce di oltre tre milioni di geni in più rispetto alla dotazione delle sue cellule. Ma mentre i geni umani non possono essere cambiati, su quelli dal microbiota si può agire. Il microbiota e i relativi geni potranno essere modificati per influenzare positivamente la salute: non ci siamo ancora, ma stiamo facendo un grande lavoro".

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