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Fondazione Ferrero pensa agli ex dipendenti anziani

La Fondazione Ferrero garantisce agli ex dipendenti anziani dell'azienda di Alba prestazioni quotidiane di assistenza sociale e medica nei campi della Medicina Interna, della Gastroenterologia, della Neurologia e Neuro-psichiatria, della Diabetologia, della prevenzione delle maculopatie, dell'Osteopatia, della Podologia. Fornisce assistenza a domicilio, organizza corsi di attività motoria generale, di nordic walking e di pilates. Fornisce consulenze legali, e coinvolge gli anziani nelle proposte culturali della Fondazione.
Nascono così dei gruppi all'interno dei quali si imparano cose nuove, si consolidano vecchie amicizie e se ne allacciano di nuove, alimentando la rete del sostegno sociale. Le attività spaziano dalla ceramica alla fotografia, dal disegno al cucito, fino alla cucina. Si praticano il ballo, il teatro, il canto, la lettura e i viaggi. C'è un gruppo che si occupa di protezione civile e uno di autisti volontari che accompagna gli anziani malati alle visite mediche.
"I soggetti che partecipano alle attività - spiega Claudio Lucifora dell'Università Cattolica di Milano, che in collaborazione con il Policlinico Gemelli ha studiato i risultati nel tempo del progetto su un campione di 500 persone, raffrontandolo con un campione di controllo di altre 500 - dispongono di una rete sociale più ampia e di relazioni più intense. E questo risultato è trainato principalmente dal gruppo dei più anziani, over 75, a dimostrazione di come gli effetti dell'iniziativa si sviluppino nel lungo periodo".
"I risultati, misurati sui dati degli ultimi dieci anni forniti dalla Fondazione e dalla Asl di Alba-Bra - ha spiegato - sono sostanzialmente tre: questi soggetti hanno meno comportamenti dannosi e fanno più attività fisica, hanno il 20% in più di probabilità di avere contatti significativi con oltre tre persone, e ricorrono meno al pronto soccorso e ai ricoveri, producendo un risparmio nella spesa sanitaria pubblica. Ma soprattutto sono più longevi".
"Il programma di invecchiamento in salute della Fondazione - conclude - rappresenta un esempio di buone pratiche che attendono di essere estese a una platea più ampia, attraverso una maggiore diffusione del welfare aziendale e il supporto del sistema sanitario nazionale".

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