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100 anni Polifarma, tra più antiche farmaceutiche italiane

Da piccola azienda a punto di riferimento del settore: ha spento pochi giorni fa 100 candeline Polifarma, una delle più antiche farmaceutiche italiane. Oggi, forte di 100 anni di esperienza alle spalle, punta tutto sull'innovazione digitale. Ma il momento di svolta è stato 20 anni fa.
Fondata a Roma nel 1919, con il nome di Zodiac, l'azienda è divenuta Polifarma nel 1932 e per anni è rimasta una realtà di piccole dimensioni che puntava tutto sulla qualità dei prodotti e dell'informazione scientifica alla classe medica.

"La prima fase di crescita, in termini di fatturato e di occupazione, - spiega Andrea Bracci, amministratore delegato Polifarma - si è avuta negli anni '80, grazie all'avvento delle grandi molecole, come il ramipril, utilizzato per la cura di patologie cardiovascolari, che le hanno consentito di posizionarsi come leader in specifici segmenti di mercato". Il vero 'cambio di marcia' di questo percorso è avvenuto nel 1999 con l'acquisizione di Polifarma da parte del Gruppo Final, società finanziaria fondata da Luisa Angelini che, forte dell'esperienza maturata nell'impresa di famiglia, ha dato un nuovo impulso all'organizzazione aziendale. "In quel momento - prosegue Bracci - Polifarma ha vissuto un'ulteriore accelerazione nella crescita, grazie a nuovi investimenti che hanno portato a raddoppiare il numero degli informatori scientifici. Questo ha prodotto un'evoluzione senza precedenti del fatturato aziendale, passato da 18 mln di euro nel 1999 a 42 mln di euro nel 2008, con un incremento del 133%".

Un'altra tappa fondamentale si è aperta nel 2008. "Dopo quasi mezzo secolo di crescita costante - spiega Bracci - come molte altre aziende del settore, ha dovuto affrontare un periodo di crisi, con perdite fino al 40%, dovuto a un'ondata di scadenze brevettuali". E' stato avviato così un processo di change management che ha coinvolto le risorse umane, l'organizzazione e il modello di business. Da questo momento di crisi è scaturita la scelta di investire nella cultura dell'innovazione e di puntare su un rinnovato portfolio prodotti, esteso alle aree della gastroenterologia, dell'oftalmologia e del sistema nervoso centrale. Ma soprattutto, "abbiamo puntato sulla formazione dei dipendenti, coinvolgendoli in tutti i processi e sollecitando il loro contributo".

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