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Tra tumore e trombosi una 'relazione pericolosa'

Pochi forse lo sanno, ma chi ha un tumore è più a rischio di avere una trombosi. Lo ricorda Alt (Associazione italiana per la lotta alla trombosi), in occasione della Giornata mondiale della trombosi, che si celebra il 13 ottobre, dedicata proprio alla 'relazione pericolosa' tra queste due malattie. Alla manifestazione, organizzata dalla Società Internazionale per lo Studio della Trombosi e dell'emostasi, aderiscono oltre 2000 realtà di 100 Paesi.

"Obiettivo della giornata - dichiara Lidia Rota Vender, presidente di Alt - è la sensibilizzazione dei media e della popolazione, affinché tutti conoscano la trombosi, quali sono i fattori che la rendono più probabile, come evitarla e come riconoscerla in tempo". La trombosi può essere addirittura il primo sintomo di un cancro ancora non scoperto: non a caso, quando si verifica, in assenza di un fattore scatenante noto, si eseguono accertamenti mirati per escludere un tumore nascosto.

Questo perchè il cancro provoca nell'organismo uno stato infiammatorio generalizzato, che attiva fattori che stimolano la coagulazione del sangue. In generale la probabilità di trombosi aumenta in caso di immobilizzazione prolungata per una malattia, soprattutto se accompagnata da febbre, un intervento chirurgico recente, un trauma o un'ingessatura, malattia autoimmune, gravidanza, parto e terapia ormonale per la donna, un lungo viaggio aereo in posizione scomoda, e la chemioterapia attraverso un catetere venoso centrale. C'è però una buona notizia. "Sembra che i farmaci anticoagulanti necessari per curare o prevenire la trombosi, in particolare le eparine - spiega Alt - siano in grado anche di rallentare la progressione del cancro e la migrazione di cellule destinate a produrre metastasi, prolungando la vita di chi è stato colpito dal cancro e dalla trombosi contemporaneamente".
   

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