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Procreazione assistita nel '94, test Dna svela l'errore

   "Non c'e' la minima traccia di Dna italiano in mia figlia. Hanno scambiato il mio sperma con quello di chissa' chi!": con queste parole Joseph Cartellone, italo-americano dell' Ohio, riassume l' odissea degli ultimi mesi. Che lo ha portato a fare causa al Christ hospital (oggi Istituto per la riproduzione assistita di Cincinnati), dove si era rivolto con la moglie nel 1994 per coronare il sogno di avere un figlio con l'aiuto fecondazione in vitro. Un anno dopo, ne nacque con facilita' Rebecca.
    Ma oggi, Jospeh e Jennifer hanno scoperto per puro caso che il padre biologico di Rebecca e' uno sconosciuto. Lo sperma di Joseph non fu quello usato per fecondare l' ovulo della moglie.
    A svelarlo sono stati i risultati del popolarissimo esame del Dna fatto da 'Ancestry.com', che analizzando la composizione genetica di un individuo ne identifica origini ed etnie antiche.
    Rebecca lo aveva fatto per gioco. "Ma ci siamo accorti subito che qualcosa non andava - ha raccontato ai media Joseph - quando ho visto che non c'era nemmeno un'indicazione di Dna mediterraneo e italiano in mia figlia".
    Joseph - che insieme a Jennifer ha fatto scattare l'azione legale chiedendo danni per 'negligenza, rottura di contratto, non mantenimento di promessa" - si e' quindi sottoposto ad un'analisi di paternita', che ha confermato il tragico errore: Rebecca non e' sua figlia.
    Ma la causa non sara' facile da vincere: il Christ Hospital dove fu condotta l' IVF e' stato assorbito dal 'Cincinnati Institute for Reproductive Health' ed e' quindi difficile identificare oggi i responsabili del clamoroso sbaglio.
    Sia la moglie che la figlia dell'uomo sono profondamente in crisi. "Vogliamo sapere chi e' il vero padre biologico", si e' sfogato Jospeh Cartellone. Ammettendo con la stampa Usa anche un altro, pesante timore: che magari il suo sperma sia stato usato per fecondare l'ovulo di una donna sconosciuta. 

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