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Pazienti, non sminuire casi di malasanità. I medici si aggiornino

Forte preoccupazione delle associazioni di pazienti sul tema dei presunti casi di malasanità. Ne parla il Segretario Nazionale di Codici (Centro per i diritti del cittadino) Ivano Giacomelli che invita a guardare la situazione con realismo: non sminuire i casi di cure finite male, ma neppure dimenticare che i corsi di aggiornamento per i medici mettono al riparo tanto i pazienti quanto i camici bianchi.
    "Si dice che c'è eccessivo clamore sui casi di malasanità.
    Ogni anno ci sono oltre 35 mila azioni intraprese dai pazienti, ma il 90% dei casi penali e civili statisticamente sono destinati a risolversi in un nulla di fatto. Peccato, però, che ci si dimentichi di spiegare il perché si arriva a questi numeri", afferma Giacomelli. Che spiega: "Grazie alla Legge Gelli, la responsabilità civile è passata direttamente agli ospedali, mettendo al riparo i medici dalle cause intentate nei loro confronti. Ricade tutto sugli ospedali, che si trovano in difficoltà perché non riescono più a trovare compagnie in grado di assicurarli, a causa degli alti costi richiesti e dei rischi a cui vanno incontro". Tuttavia, suggerisce, "invece di sminuire i casi di malasanità, sarebbe meglio impegnarsi affinché non si verifichino, per esempio iniziando a fare quei corsi di aggiornamento Ecm finiti alla ribalta perché solo il 54% degli operatori è in regola".
    Codici ricorda che la Fnomceo ha annunciato sanzioni a partire dal prossimo anno, "però intanto chissà se ha avviato dei controlli". "Il tempo per lamentarsi e per gridare al complotto non manca mai - conclude Giacomelli - mentre si rimanda sempre quello per affrontare i problemi ed assumersi le proprie responsabilità, con buona pace dei pazienti, costretti a fare i conti con un servizio sanitario allo sbando e perfino accusati quando denunciano casi di malasanità". (ANSA).
   

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