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Verso un test di sangue e saliva per predire la parodontite

Verso un test della saliva e del sangue per scoprire ancora prima della comparsa dei sintomi chi è a rischio di sviluppare problemi gengivali più o meno seri.
    Infatti uno screening delle proteine presenti nella saliva e/o nel plasma potrebbe permettere un giorno di individuare chi, pur avendo ancora gengive sane, è a rischio di ammalarsi negli anni a venire di gengivite o parodontite.
    Lo suggerisce uno studio pubblicato sulla rivista Clinica Chimica Acta, International Journal of Clinical Chemistry, secondo cui nella saliva di pazienti con gengivite e parodontite sono riconoscibili molecole ('peptidi' o piccole proteine) assenti in campioni di saliva di individui sani.
    Lo studio è stato condotto tra il Joint International Research Centre of Translational and Clinical Research di Pechino e King's College di Londra.
    Gli esperti hanno confrontato campioni di saliva e di 'fluido crevicolare' (un liquido particolare che si trova nel colletto gengivale, ovvero dove i denti aderiscono alle gengive) e sangue di pazienti con gengivite, pazienti con parodontite cronica e individui sani di controllo. Con una tecnica molto nota nei laboratori di chimica che si chiama spettrometria di massa gli scienziati hanno tracciato un identikit preciso di tutte le proteine presenti nei campioni. È emerso che la composizione proteica dei tre fluidi è diversa e distinguibile tra chi soffre di parodontite o gengivite e chi, invece, ha gengive sane.
    Si tratta di uno studio ancora preliminare che potrebbe però portare allo sviluppo di test di diagnosi precoce per scovare chi è a rischio di parodontite. "Attualmente, spiega, intervistato dall'ANSA, Cristiano Tomasi dell'Università di Göteborg e socio della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIDP) - abbiamo già degli strumenti che ci consentono di capire se un paziente presenta i primi segni di parodontite, ma un test della saliva o del sangue ci aiuterebbe a identificare le persone a rischio ancora prima che sviluppino i segni effettivi della malattia, quindi potrebbe favorire l'adozione tempestiva di misure preventive ad hoc. Ovviamente questi test vanno validati su numeri molto grandi di pazienti, ma puntano verso una medicina preventiva - ribadisce Tomasi - che a lungo termine può ridurre la necessità di cure costose, e quindi di grande interesse per la comunità. Già ora, comunque, è importante ribadire l'importanza di fare controlli dentistici regolari, almeno une volta l'anno, per intercettare eventuali segni precoci di malattia ed intervenire quando il problema è all'inizio, senza aspettare che diventi molto più difficile da trattare", conclude Tomasi.
   

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