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Sensori e device per monitorare il cuore, anche dei bimbi

App per misurare il colesterolo, cerotti che rilevano l'elettrocardiogramma e tatuaggi in grado di trasmettere i valori di pressione, zuccheri e ossigeno nel sangue. Inizia a diffondersi, in cardiologia, l'utilizzo di dispositivi pensati per monitorare a distanza la salute del cuore dei pazienti, anche di quelli più piccoli, addirittura di pochi mesi di vita. A fare il punto sulle innovazioni applicate e su quelle in arrivo, il convegno "Cardiologia digitale 2019".

Tanti i modi in cui le nuove tecnologie possono aiutare la sanità. "Attraverso il machine learning, app collegate a sensori - spiega Fabrizio Ammirati, direttore Uoc Cardiologia dell'Ospedale Grassi di Ostia e direttore scientifico del convegno - consentono di rilevare dati clinici dei pazienti", in modo "costante e preciso". L'obiettivo finale è "un ospedale intelligente che riservi le prestazioni ospedaliere ai pazienti affetti da patologie acute" e che gestisca gli altri "da remoto grazie sensori presenti nella 'smart home' o addosso ai malati stessi", attraverso un sistema wireless. Anche nell'ambito della telemedicina per il monitoraggio delle malattie cardiache in età pediatrica sono stati fatti grandi passi avanti. "Seguiamo 752 pazienti, su cui sono stati impiantati device stimolatori o sottocutanei per il monitoraggio dei fenomeni aritmici - afferma Fabrizio Drago, responsabile di Aritmologia dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù -. Questo ha aiutato molto la fase diagnostica perché il bimbo non è in grado di riferire sintomi".

"Sulla digitalizzazione - aggiunge Maria Pia Garavaglia, presidente Istituto Superiore di Studi Sanitari G. Cannarella - ci sono norme e finanziamenti. E la cardiologia è un esempio di settore in cui funziona". L'applicazione delle nuove tecnologie nel settore, tuttavia, è a macchia di leopardo. In genere, tutto il Nord Est ha dimostrato sensibilità. Non da meno sono la Lombardia e il Lazio. Fra le regioni meridionali, si è distinta la Puglia, dove una rete digitale consente il dialogo fra gli ospedali. Problemi burocratici e di natura culturale sono oggi i maggiori limiti al percorso. Ma, di contro, il costo dei dispositivi comincia ad abbassarsi e, soprattutto, si iniziano a evidenziare "i vantaggi, dal punto di vista della sostenibilità economica, di questo cambiamento di gestione della sanità", conclude Americo Cicchetti, ordinario di Organizzazione aziendale dell'Università Cattolica Sacro Cuore di Roma.
   

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