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In 10 anni +50% di giovani diabetici, Sos per la generazione 2.0

(di Manuela Correra)

(ANSA) - Sempre più giovani e già malati di diabete. Si abbassa l'asticella dell'età di insorgenza di questa malattia che ha ormai raggiunto livelli epidemici anche in Italia, tanto che in 10 anni i giovani tra 20 e 30 anni colpiti sono aumentati del 50% toccando quota 150.000. E' dunque la generazione computerizzata 2.0 - quella nella fascia d'età tra 19 e 30 anni - a rappresentare la nuova emergenza numerica dello 'tsunami diabete' e sul banco degli imputati, responsabili dell'allarmante aumento dei casi, finiscono innanzitutto cattivi stili di vita alimentari e inattività fisica.
    Che la 'minaccia diabete' stia portando indietro le lancette, colpendo sempre prima, è ormai una realtà, avvertono i diabetologi dal congresso 'Panorama Diabete' organizzato dalla Società italiana di diabetologia (Sid) e che si apre oggi a Riccione: "E se non si farà qualcosa - è l'allerta del presidente Sid Francesco Purrello - le conseguenze saranno pesantissime". "Attualmente, in Italia - spiega - contiamo 3,5 milioni di casi di diabete diagnosticati ed 1 milione non ancora diagnosticati.
    L'esplosione riguarda soprattutto il diabete di tipo 2, che rappresenta il 95% dei casi ed è legato essenzialmente al cambiamento in negativo degli stili di vita. Il diabete di tipo 1 autoimmune, che richiede da subito la somministrazione di insulina e colpisce più frequentemente bambini e adolescenti, è anch'esso in aumento ma in modo più contenuto. Ciò perché, in generale - chiarisce - tutte le malattie autoimmuni risultano in crescita probabilmente a causa del cambiamento di vari fattori ambientali e dell'inquinamento".
    Ma a colpire, oggi, è soprattutto l'età dei nuovi malati: "Il diabete 2 insorge di solito intorno ai 40-50 anni - sottolinea Purrello - ma negli ultimi anni sono stati sempre più numerosi i 25-30enni colpiti. Un fatto allarmante se si pensa che, prima, il diabete 2 era di fatto sconosciuto in questa fascia di età.
    Fino a 10-15 anni fa, tale patologia, anche in soggetti predisposti, si manifestava infatti in età più avanzata. Ora no, e proprio l'aumento dei livelli di obesità negli adolescenti e nei giovani si sta portando dietro il pericoloso aumento dei casi".
    I colpevoli, ribadisce Purrello, sono in primis le abitudini scorrette: "E' vero che stiamo vivendo una nuova epoca di sviluppo di farmaci innovativi, ma è inutile se non investiamo maggiormente per migliorare gli stili di vita. L'attività fisica è fondamentale ma non è supportata perché il suo costo è interamente a carico delle famiglie. Andrebbe invece considerata alla pari di un farmaco e dovrebbe essere detraibile dalle tasse almeno per i pazienti diabetici o a rischio. Previene infatti il diabete ma è anche curativa perché, riducendo la glicemia, rende necessari meno farmaci.
    Alla fine dunque - rileva - il sistema sanitario ottiene un grande risparmio". Il trend del diabete è in crescita e se oggi è colpito il 6,5% degli italiani, nel 2050 i malati saranno oltre il 10%. E proprio i giovani, afferma Purrello, "sono quelli che rischiano di più. Anche perché il diabete prima viene e più è pericoloso". E' come il fumo, conclude il presidente dei diabetologi: "Se si inizia presto, il peso delle conseguenze può poi diventare enorme. Bisogna correre ai ripari ora". (ANSA).
   

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