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Alimentazione attuale triste, ma da intestino nasce gioia

Troppo ricca di glutine, lattosio, acidi grassi e troppo povera di fibre idrosolubili (contenute nei cereali integrali, negli alimenti vegetali, nei legumi, e nei semi oleosi), di vitamine e di altri nutrienti l'alimentazione attuale genera tristezza. Lo ha spiegato il dottor Pier Luigi Rossi, medico e specialista in Scienza dell'Alimentazione, in Igiene e Medicina Preventiva, docente in diversi master universitari, alla prima tappa a Roma di un tour organizzato da Aboca in 10 città, 'La buona salute. Intestino, alimentazione consapevole e biochimica della gioia'.

"È un'alimentazione triste perché altera la funzionalità dell'intestino", ha evidenziato Rossi. "All'interno dell'intestino - ha spiegato - abbiamo le cellule che cambiano ogni tre-cinque giorni: se il cibo che entra danneggia le pareti, danneggia anche le cellule che producono i neurotrasmettitori della serotonina, il cosiddetto 'ormone del buonumore'. Il 95% per cento della serotonina parte dall'epitelio dell'intestino: se mangiamo male, abbiamo questo modello alimentare, queste cellule vengono distrutte . Da ciò nasce la tristezza". Rossi affronta il tema anche nel suo ultimo libro edito da Aboca Edizioni "L'intestino, Il sesto senso del nostro corpo. Alimentazione consapevole e biochimica della gioia", il cui contenuto si fa appunto talk show live. È possibile naturalmente secondo l'esperto anche capovolgere il punto di vista: non dimenticando cioè che l'intestino ha un ruolo proprio nel produrre la gioia. "Sulla parete dell'intestino - aggiunge Rossi - e poi all'interno c'è anche il microbiota che è un organo metabolicamente attivo composto da batteri: anche i batteri partecipano alla nostra tristezza o alla nostra gioia".

Per avere quindi più vitalità occorre saper nutrire il microbiota: quando si mangia infatti non si è mai soli (nell'intestino sono presenti oltre 100 miliardi di batteri che 'mangiano' il cibo che abbiamo mangiato noi). Le fibre idrosolubili sono ottimi alimenti, perché i batteri le "mangiano" e producono molecole positive per il corpo umano: lo stato dell'umore è così recuperato.

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