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Dal dentista arriva il modello 3d della bocca del paziente

- Un'interazione tra un software e una stampante 3D che consente di realizzare con pochi clic, direttamente nello studio dentistico, un modello tridimensionale realistico e preciso della bocca del paziente, ovvero un sistema che consente maggiore precisione per prevenire eventuali errori medici. A mettere a punto il nuovo sistema è stato il dentista Giuseppe Cicero, l'unico italiano, su 30 relatori provenienti da tutto il mondo, a intervenire oggi a Boston al Summit internazionale "The Future of 3D Printing in Medicine and Dentistry". Non ancora trentenne, Cicero nel 2018 è stato inserito dalla rivista Forbes tra i 30 under-30 più influenti in campo medico a livello europeo. Al centro del suo intervento all'appuntamento Usa, il più importante nel settore della stampa 3d, le "enormi possibilità che la stampa 3d può offrire alla medicina e in particolare alla parodontologia".
    "Questo nuovo sistema - spiega l'esperto - consente di eseguire una diagnosi al massimo della precisione e preparare un eventuale intervento senza margine di errore ed in modo che sia compreso anche da chi lo subisce. Per un paziente, infatti, poter comunicare con il dentista all'interno dello studio avendo davanti un modello 3d della propria bocca, cioè toccando con mano tutto ciò che vi è al di sotto delle gengive, è davvero qualcosa di unico. Non si deve più cercare di capire il dentista osservando radiografie molto difficili da interpretare, ma si può apprezzare e toccare con mano quello che si andrà a fare".
    Oggi, precisa, "utilizziamo la stampa 3d in modo particolare per i difetti ossei: ciò significa poter toccare il difetto, poterlo valutare e quindi effettuare chirurgie su misura avendo la possibilità di vedere materialmente quel difetto fuori dalla bocca". Uno strumento che porta numerosi vantaggi al medico: "poter effettuare chirurgie su misura evitando al massimo errori intraoperatori; poter calcolare esattamente le misure per membrana ed osso e quindi minimizzare le sorprese e velocizzare le terapie; la possibilità di riprodurre la stessa chirurgia che si andrà a fare prima di iniziarla".
    Questa tecnologia, conclude Cicero, "si può integrare anche in terapie di rigenerazione ossea, in particolare del settore estetico, ma su tutto resta la comunicazione tra medico e paziente e la motivazione di quest'ultimo che è fondamentale per il successo delle terapie".
    (ANSA).
   

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