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Fondazione Gimbe, per abolire superticket rimodulare detrazioni

Per la fondazione Gimbe e' possibile abolire il superticket a costo zero: la copertura si può trovare rimodulando le detrazioni fiscali irpef per le spese sanitarie. Per la fondazione la proposta garantisce equità sociale e può favorire un'ulteriore emersione del sommerso.
    Alla vigilia della discussione parlamentare sulla Legge di Bilancio 2018, nella risoluzione sulla nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2017, la maggioranza ha chiesto al Governo di "rivedere gradualmente il meccanismo del cosiddetto superticket al fine di contenere i costi per gli assistiti che si rivolgono al sistema pubblico". Torna dunque attuale una questione mai risolta, nonostante il Patto per la Salute 2014-2016 avesse previsto un riordino del sistema di compartecipazione alla spesa. Il vero problema è rappresentato dalle risorse necessarie per eliminare il superticket, cifra impossibile da determinare con precisione, con stime che variano tra i 500 e i 1.000 milioni. ''Il superticket è una tassa estremamente iniqua - afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE - perché proporzionalmente pesa di più sui redditi più bassi, è fonte di diseguaglianze in quanto applicata in maniera diversa dalle Regioni''.
    ''Il sistema che regola le detrazioni IRPEF per le spese sanitarie è altrettanto iniquo. Tutti i contribuenti possono detrarre dall'IRPEF il 19% delle spese sanitarie sostenute per la parte eccedente una franchigia di 129,11 euro che non viene applicata solo per alcune spese sostenute da persone con disabilità. Secondo i dati dell'Agenzia delle Entrate sull'anno fiscale 2015 i contribuenti hanno portato in detrazione 16,705 miliardi di spese mediche, con un minor gettito fiscale pari a € 3,174 miliardi''. La Fondazione propone due ipotesi: la prima prevede la rimodulazione della percentuale di detraibilità in base alla fascia di reddito, permettendo un recupero di 915.934 milioni; la seconda aggancia la riduzione proporzionale al rapporto "spesa sanitaria media"/"reddito medio", generando un recupero di 1.023.941 milioni. ''Siamo pronti a portare in audizione parlamentare i dettagli della nostra proposta'' conclude Cartabellotta. 
   

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