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Morto a 7 anni per otite, omeopata sospeso per 6 mesi

Morire a 7 anni per un'otite. E' la
storia del bimbo di Cagli (Pesaro Urbino) deceduto per
un'encefalite il 27 maggio nell'ospedale 'Salesi' di Ancona,
dopo un intervento chirurgico disperato eseguito dai medici del
reparto pediatrico, dove era giunto già in coma nella notte fra
il 23 e il 24 maggio con un trasporto d'urgenza dal nosocomio di
Urbino.

   Per 15 giorni il piccolo era stato curato a casa per un'otite
bilaterale batterica con i preparati che il medico omeopata
Massimiliano Mecozzi aveva consigliato alla famiglia, al posto
di antibiotici che quasi sicuramente avrebbero salvato il
bambino. Medico e genitori, due commercianti con altri due figli
piccoli, sono indagati dalla procura di Urbino per concorso in
omicidio colposo. Il medico omeopata è stato ora sospeso per sei
mesi dal suo Ordine professionale.

   Una vicenda dolorosa, che ha visto contrapporsi i familiari
del bimbo e il medico. "Chiediamo che la giustizia lo punisca
per quello che ha fatto - ha detto di recente il nonno materno
-, per i suoi errori medici, per le sue diagnosi sbagliate,
visto che parlava di virus e invece l'otite era di origine
batterica. Che paghi per la sua arroganza intellettuale, perchè
ha terrorizzato mia figlia e suo marito dall'andare in ospedale
o dal far assumere al bimbo antibiotici".
"Mecozzi - ha aggiunto il nonno - ci diceva sempre che il
bambino sarebbe caduto in coma epatico o sarebbe diventato
sordo. Il suo delirio di onnipotenza ha portato alla morte di
mio nipote, e le nostre famiglie nella tragedia".
Il difensore del medico, l'avvocato Enzo Carrella, ha
ribattuto, invece, che il professionista non avrebbe mai
impedito il ricovero del bambino. Ora l'Ordine dei medici di
Pesaro ha sospeso per sei mesi il dottor Mecozzi. La decisione è
stata presa ieri sera dopo una riunione fiume della commissione
disciplinare provinciale dei medici, conclusasi a mezzanotte
inoltrata.

   Due le incolpazioni contestate al medico: non aver curato il
bimbo al meglio, garantendo la guarigione, ossia somministrando
antibiotici di fronte all'aggravarsi della patologia, e di non
aver informato i genitori dei rischi che il piccolo stava
correndo. L'omeopata era presente alla riunione, ma non ha
parlato.

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