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Di Hiv ci si ammala di meno, 86% per rapporti non protetti

Ci si ammala e si muore molto meno che negli anni scorsi, ma un infetto su 5 non sa di esserlo e i rapporti sessuali non protetti sono la causa dell'86% dei casi di Hiv. In Italia i malati sono 130 mila, 4 mila le nuove diagnosi, con un contagio ogni due ore. Se ne parlerà durante il congresso di Icar (Italian conference on Aids and antiviral research), che si terrà dal 12 al 14 giugno a Siena. Per quanto riguarda le nuove diagnosi - dicono gli esperti - prevalgono quelli nella fascia d'età tra i 30 e i 50 anni, seppure l'incidenza sia maggiore in quelli della decade precedente. Non esiste, invece, una sostanziale differenza, in termini di numero di nuove diagnosi, tra chi ha acquisito l'infezione attraverso rapporti eterosessuali (45%) e tra gli uomini che hanno avuto rapporti sessuali con uomini (41%).
Numericamente i primi sono di più, seppure l'incidenza sia più alta tra i secondi. "Non bisogna commettere l'errore di settorializzare l'Hiv come una malattia di genere o di gruppi - spiega Andrea Antinori, Coordinatore di Icar - perché si tratta di un virus che non guarda in faccia a nessuno: colpisce uomini e donne semplicemente sessualmente attivi e nessuno può sentirsi al riparo. E' soprattutto una questione di comportamenti a rischio".

    
   

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