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I 12 vaccini obbligatori per la scuola in 4 punture

Le 12 vaccinazioni rese obbligatorie per l'iscrizione ai nidi e alle scuole materne proteggono da altrettante malattie infettive, ma per i bambini si traducono in sole 4 punture e vanno effettuate secondo una precisa tempistica. A fare il punto sul calendario delle immunizzazioni previste dal decreto approvato dal Consiglio dei ministri, è il responsabile del Tavolo tecnico sulle vaccinazioni della Società italiana di pediatria (Sip), Rocco Russo.
    "E' stata fatta una selezione - afferma - di 12 malattie infettive prevenibili con il vaccino per garantire che i bambini siano protetti al meglio e si possano evitare epidemia". In realtà, però, le iniezioni da fare sono quattro, poichè molti vaccini sono combinati. Le prime 6 vaccinazioni rese obbligatorie sono anti-poliomelitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse e anti Haemophilus influenzae tipo B. Queste, spiega l'esperto, "sono tutte raggruppate in un unico vaccino esavalente che viene fatto dal 60/mo giorno di vita in 3 dosi: a 3, 5 e 11-12 mesi di vita".
    Diventa obbligatoria anche la vaccinazione anti-meningococcica B, che "viene fatta a distanza di 15 giorni dall'esavalente in 4 dosi: a 3, 4, 6 e 12-15 mesi". Obbligatori, poi, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite e anti-varicella: "Queste vaccinazioni sono somministrate con un unico vaccino quadrivalente in un'unica dose al 13/mo mese di vita, con un richiamo previsto a 5 anni di età". Infine, l'anti meningococcica C, che "viene somministrata al 14/mo mese, con un richiamo tra gli 11 e i 18 anni". Grazie a tali vaccinazioni selezionate come obbligatorie, sottolinea Russo, "si garantisce la migliore qualità di vita ai bambini, considerando che i danni delle malattie e le loro complicanze sono ben superiori alle eventuali, leggere e transitorie reazioni da vaccino". Un decreto reso appunto necessario a causa delle basse coperture vaccinali che oggi si registrano: "La copertura per l'esavalente nei bambini nati nel 2013, infatti - rileva - è del 93,4%, contro una soglia minima necessaria fissata sopra il 95%; quella per il meningococco C è al 76%, mentre per il ceppo B non ci sono ancora dati poichè la vaccinazione è stata introdotta da un paio d'anni". Ma "il maggior problema - conclude - si ha per parotite, morbillo, varicella e rosolia che, complessivamente, registrano una copertura di appena l'85%".
   

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