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Dai medici di famiglia un instant book per chiarire tutti i dubbi sui vaccini

Domande e risposte in un opuscolo informativo che sarà distribuito negli studi dei medici di famiglia e nelle 17mila farmacie di tutta Italia per sfatare i miti e chiarire i dubbi sui vaccini. Questa l'iniziativa della Società Italiana di Medicina Generale (Simg) realizzata in collaborazione con Cittadinanzattiva e presentata oggi all'Istituto Superiore di Sanità (ISS). Si possono vaccinare donne in gravidanza? I vaccini indeboliscono? Perché si continua a vaccinare per la polio? Sono solo alcune delle domande a cui risponde, in poco più di 30 pagine, l'instant book 'Domande e Risposte Sui Vaccini', che sarà consultabile anche online. A promuoverlo, i medici di famiglia, che assistono ben 61 milioni di pazienti e svolgono il ruolo di 'sentinelle della salute dei cittadini'.

"Nel nostro Paese - afferma Claudio Cricelli, presidente Simg - il numero di persone vaccinate sta calando. Le percentuali per molte gravi malattie sono scese sotto la soglia limite di sicurezza del 95%.
    Per la poliomielite, difterite e tetano è immunizzato solo il 93% dei bambini. Per quanto riguarda parotite, rosolia e morbillo siamo a meno dell'85%". L'instant book nasce dalla volontà di invertire questa tendenza fornendo uno strumento semplice, ma dai contenuti scientifici certificati. "I vaccini - sottolinea Tonino Aceti, coordinatore Tribunale per i Diritti del Malato-Cittadinanzattiva - sono un atto di responsabilità e, allo stesso tempo, un gesto di solidarietà rispetto agli altri.

    E a solidarietà è uno dei principi fondanti del nostro Servizi Sanitario Nazionale. L'informazione corretta è il primo passo per contrastare le diffidenze". Questa, sottolinea il presidente Iss Walter Ricciardi, "è una battaglia che si può vincere solo lavorando in squadra. L'Oms ha confermato lo stato endemico per il morbillo in Italia, con 1.010 casi nel 2017 e il record negativo di contagi tra gli operatori sanitari, che dovrebbero essere i primi a vaccinarsi, e i bimbi al di sotto di un anno, troppo piccoli per essere vaccinati. Di questo problema dobbiamo farcene carico con un lavoro di squadra, che vede il medico di famiglia in prima fila".(ANSA).
   

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