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Governo scrive all'Ue sull'auto, 'transizione sia equa'

La transizione verde deve essere "equa e sostenibile" e la proposta della Commissione sullo stop alle auto inquinanti dal 2035, per come è stata concepita, non lo è. In una lettera indirizzata all'esecutivo europeo e in particolare al Vicepresidente Frans Timmermans il governo italiano torna a puntare i piedi sul dossier dell'auto proprio mentre Bruxelles cerca faticosamente di uscire dall'impasse creatosi dopo il muro di Italia, Germania, Polonia e Bulgaria. La lettera è firmata dal vice premier Matteo Salvini e dai ministri Gilberto Pichetto e Adolfo Urso. Sono i tre uomini dell'esecutivo competenti in materia ma sono anche esponenti di tutti e tre i partiti di maggioranza. E ed è una compattezza che rafforza la posizione di Giorgia Meloni alla vigilia di un Consiglio europeo dove politica industriale e Green Deal rischiano di essere i temi più incandescenti. La trattativa per sbloccare lo stallo sulla proposta c'è ma, Bruxelles, la sta facendo fondamentalmente con Berlino. E non è una trattativa facile. Da un lato la Commissione non ha intenzione di riaprire il testo ma di lavorare sulla sua interpretazione, dall'altro la Germania vuole un chiaro e concreto impegno sugli e-fuels anche dopo il 2035. La Commissione, nelle scorse ore, ha avanzato un compromesso che va incontro a Berlino ma permettendo l'uso degli e-fuels a patto che, dal 2035 quest'uso esclusivo. "Le auto devono esser dotati di sensori che "non devono consentire l'avviamento di tali veicoli se alimentati con carburanti non carbon neutral", si legge nel testo dell'esecutivo Ue, che si è detto "fiducioso" sull'intesa. La prima reazione del ministro dei Trasporti tedesco, il liberale Volker Wissing, secondo il quotidiano Der Spiegel, è stata tuttavia negativa. E la pazienza, tra i Paesi membri favorevoli al provvedimento, si affievolisce. "Penso che dovremmo restare su cosa è stato concordato. E non ho dubbi che la Germania trovi un accordo nella sua coalizione su questo", ha scandito la ministra degli Affari Ue francese Laurence Boone. A Bruxelles nessuno vuole uno scontro tra Berlino e Parigi al summit. Il rischio tuttavia c'è, anche perché su un altro tema tra le due capitali stanno emergendo frizioni: l'uso del nucleare nell'era della decarbonizzazione. La Francia è capofila dei nuclearisti mentre la Germania, ancora una volta, è costretta a fare i conti con le divisioni interne alla sua coalizione. L'Italia arriverà al summit portando la sua visione di un ambientalismo pragmatico. Sul dossier auto la distanza con l'Ue è elevata con Roma che chiede di non escludere non solo gli e-fuels ma anche i biocarburanti. Il tema della transizione Green al vertice dei 27 si intreccerà a doppio filo con il piano Net Zero e con la strategia per la competitività dell'Ue. Il dossier resta divisivo anche sul fronte dei finanziamenti. L'Italia, e non solo, punta a un Fondo di sovranità europeo che Ursula von der Leyen ha annunciato ma del quale, di fatto, si parlerà solo in estate. Per ora la Commissione insiste sull'uso dei fondi esistenti - Recovery, RePower, InnovationEu e InvestEu - e promette una maggiore flessibilità sulla loro applicazione. Ma è difficile che, di fronte all'allentamento sugli aiuti di Stato concesso nei giorni scorsi da Bruxelles, tutto ciò basti a Paesi che, come l'Italia, hanno poco spazio fiscale. 

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