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Renault Italia, gruppi francesi facciano sistema nelle sfide

Nell'attuale contesto critico, caratterizzato dalla grave crisi energetica e degli effetti della precaria situazione internazionale le istituzioni e le aziende private hanno l'arduo compito, nel breve termine, di plasmare una società più moderna, in grado di evolvere responsabilmente tra innovazione e sostenibilità.
    Lo ha detto Raffaele Fusilli, ceo di Renault Italia in occasione della tavola rotonda 'Le filiere produttive tra crisi e sfide per il futuro' organizzata a Milano dalla CCI France Italie.
    "Oggi chi lavora come noi nell'industria dell'auto - ha specificato Fusilli - è di fronte ad una rivoluzione copernicana i cui tre principali ingredienti sono la transizione tecnologica, la transizione energetica e la transizione digitale".
    "Elementi che, sommati l'uno all'altro - ha proseguito - possono essere volano di sviluppo economico e opportunità per l'intero comparto, a condizione che vi sia un approccio sinergico pubblico-privato ad accompagnare questa rivoluzione".
    Per il Gruppo Renault, l'Italia e i suoi fornitori sono una leva fondamentale data la loro centenaria esperienza e conoscenza dell'industria automotive. Ad oggi, il Gruppo realizza acquisti per circa 1 miliardo di euro in Italia, al 40% attorno al gruppo motopropulsore ed i suoi componenti, grande punto di forza del mercato italiano.
    "Renault intende fare un passo avanti - ha concluso Fusilli - e sviluppare un sistema solido attorno alla catena del valore dell'auto elettrica, alla tecnologia, alla digitalizzazione e all'economia circolare".
    Alla tavola rotonda 'Le filiere produttive tra crisi e sfide per il futuro' organizzata a Milano da CCI France Italie nell'ambito del Club CSR con la partecipazione dei ceo e ad di quattro multinazionali francesi storicamente radicate in Italia come Carrefour Italia, Gruppo Lactalis in Italia, Michelin Italiana e Renault Italia.
    Ne è emerso un invito alle istituzioni e al sistema economico per una maggiore coesione e sinergia. La crisi ha evidenziato la fragilità delle filiere di approvvigionamento in diversi settori, tra cui quello dell'agroalimentare e dell'automotive, e per garantire gli obiettivi di sostenibilità e innovazione che le Istituzioni europee hanno indicato nel Green New Deal serve una linea d'azione comune che coinvolga non solo le aziende italiane, ma anche i grandi gruppi esteri più attivi e presenti in Italia.
    "Gli obiettivi di competitività e sostenibilità sono oggi più che mai una grande sfida per tutte le aziende - ha osservato Denis Delespaul, presidente della CCI France Italie Camera di Commercio - e solo attraverso una logica di sistema che vede operare insieme i gruppi italiani e gruppi francesi, sempre più necessaria tenuto conto della situazione di crisi internazionale, avremo la possibilità di raggiungerli.
    L'interscambio tra Italia e Francia vale oltre 84 miliardi di euro e crea complessivamente 400mila posti di lavoro".
   

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