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Piano Biden da 1.250 miliardi, auto elettriche nel limbo

Il disegno di legge sulle infrastrutture da 1.250 miliardi di dollari è stato approvato dalla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti e ora passa alla scrivania del presidente Joe Biden per la sua firma, che arriverà probabilmente alla fine di questa settimana.
    Questa misura - riferisce il sito TheDetroitBureau.com - è una parte fondamentale del piano 'Build Back Better' dell'amministrazione Biden e darà il via a una serie di programmi per recuperare e sistemare le infrastrutture statunitensi in rovina.
    Più di un quarto dei fondi è stato destinato a programmi di trasporto, comprese autostrade, ponti, ferrovie e aeroporti, ma la parte del piano che dovrebbe supportare la diffusione della mobilità elettrica privata non ancora ben definita.
    "La Camera dei Rappresentanti ha dato la sua approvazione - ha affermato l'American Alliance for Manufacturing in una nota - e ora il lungo viaggio per ricostruire le infrastrutture in rovina dell'America può davvero iniziare non appena il presidente Biden firmerà questo disegno di legge bipartisan".
    Anche se le Case automobilistiche hanno elogiato il piano infrastrutturale, l'industria è stata nettamente divisa sulla proposta di espansione degli incentivi per i veicoli elettrici e su altre misure che potrebbero avere un forte impatto su occupazione e futuro dell'intero settore automotive.
    Ciò che viene criticato è la sproporzione tra i fondi destinati alle infrastrutture vere e proprie (110 miliardi di dollari per strade e ponti, 66 miliardi per le ferrovie, 39 miliardi per il trasporto pubblico, 25 miliardi per gli aeroporti e 17 miliardi per i porti) e 'solo' 15 miliardi per promuovere l'elettrificazione della flotta automobilistica, compresa l'ipotesi del maxi-network di colonnine di ricarica. Negli scorsi mesi Biden aveva detto: "costruiremo la prima rete nazionale di stazioni di ricarica in tutto il Paese con oltre 500mila colonnine per consentire di attraversare l'intero Paese, dalla costa orientale fino alla costa occidentale, proprio come si fa oggi a una stazione di servizio".
    ll disegno di legge su piano Build Back Better non affronta poi con chiarezza un'altra questione chiave, quella degli incentivi federali per i veicoli elettrici oggi pari a 7.500 dollari. Una proposta lanciata dalla senatrice Debbie Stabenow e dal membro del Congresso Dan Kildee - entrambi del Michigan - aggiungerebbe fino a 5.000 dollari ma solo per i modelli a batteria costruiti negli Stati Uniti utilizzando lavoratori sindacalizzati ma a beneficiare di questo piano sarebbero solo i Big Three di Detroit.
    Tesla, ad esempio, non utilizza manodopera che aderisce ai sindacati e ha inoltre in programma di importare alcuni modelli dai nuovi stabilimenti in Germania e Cina. Anche i produttori stranieri sono fortemente critici, tanto che Scott Keogh, Ceo di Volkswagen of America ha definito la proposta Kildee-Stabenow "fondamentalmente ingiusta".
    Come fanno notare gli analisti il 'limbo' in cui è stata collocata nei Usa la mobilità elettrica potrebbe rallentare il passaggio - enfatizzato dai costruttori - dai sistemi propulsivi tradizionali a quelli a batteria, e spostare quindi il raggiungimento della profittabilità degli investimenti fatti sugli Ev, compresi quelli delle Case straniere che producendo fuori dagli Usa considerano strategico quel vasto mercato.
 
   

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