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Concessionari sensibili a sostenibilità, alto gender gap

 Non solo vetture a basse emissioni: per l'automotive la sostenibilità è sempre meno un optional anche nelle concessionarie italiane, in pole position in fatto di riduzione dei consumi, promozione della mobilità elettrica, utilizzo di fonti rinnovabili, ma anche di sostegno alle comunità locali, riqualificazione di aree verdi e welfare aziendale. Rimane invece alto il gender gap tra gli addetti. Lo dice l'indagine Reset, presentata oggi all'Automotive Dealer Day di Verona e realizzata da Quintegia, in collaborazione con Findomestic, con uno studio qualitativo su un campione pari al 60% delle 1.234 concessionarie italiane. Comportamenti virtuosi, in linea con l'orientamento green di un settore che solo in Italia vale 340 miliardi di euro (20% del Pil) e che ha nei propri dealer il primo avamposto nel rapporto con i consumatori.
    Secondo lo studio, più della metà delle concessionarie intervistate è infatti già attiva nella riduzione dei consumi energetici e il 25% ha intenzione di farlo. Un atteggiamento virtuoso anche sul fronte della riduzione degli sprechi, con circa il 90% degli intervistati che ricorre o ricorrerà all'efficientamento dei processi anche con l'ausilio della tecnologia.
    Filo diretto anche con l'auto del futuro e con la necessaria infrastruttura: 7 dealer su 10 hanno infatti contribuito a installare colonnine di ricarica elettrica a disposizione della comunità. Attori protagonisti nella promozione della mobilità green, nelle iniziative sociali sui territori e nella gestione sostenibile d'impresa, i concessionari italiani rimangono però un feudo professionale prevalentemente maschile. Secondo l'indagine, il gender balance rimane un obiettivo difficile, con l'impiego femminile fermo al 24% del totale. Non a caso, tra gli obiettivi sostenibili delle proprie aziende, i dealer individuano come prioritario l'aspetto legato all'etica aziendale (59%), seguito dalla gestione energetica (56%) e dai temi legati al coinvolgimento dei dipendenti, alla diversità e all'inclusione (55%). 

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