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Škoda Fabia, aerodinamica a servizio di consumi ed emissioni

MILANO, 30 LUG - Per la sua quarta generazione Škoda Fabia nasce, anche, sotto il segno dell'aerodinamica. La nuova arrivata nella famiglia della casa boema, ha portato infatti su strada i risultati di un sofisticato studio aerodinamico che le consente un coefficiente di resistenza aerodinamica cd di 0,28, notevolmente più basso rispetto alla generazione precedente (cd 0,32). Questa efficienza aerodinamica è il risultato di numerose piccole migliorie, come ad esempio le prese di raffreddamento con paratie attive, che aiutano a ridurre il consumo di carburante e le emissioni. Per lo sviluppo aerodinamico di Fabia, Škoda ha impiegato più di 3000 simulazioni, i cui risultati sono stati verificati e affinati tramite successivi test su strada.
    "Nonostante Nuova Fabia sia più grande del modello precedente - ha affermato Vít Hubá?ek, Responsabile per lo Sviluppo Aerodinamico di Fabia - e la sua area frontale sia aumentata del 3% circa, abbiamo ridotto il coefficiente di resistenza quasi del 10%. Questo riduce le emissioni di CO? di quasi tre grammi per chilometro nel ciclo di test WLTP. Per raggiungere questo risultato, abbiamo fatto più di 3000 test aerodinamici, di cui circa l'80% virtuali, usando simulazioni CFD su un supercomputer. Un normale PC avrebbe impiegato più di 2000 anni a svolgere lo stesso compito". Il lavoro di sviluppo ha visto la collaborazione tra esperti di diversi dipartimenti: designer, specialisti di aeroacustica e ingegneri responsabili della carrozzeria, del sottoscocca e del motore. Inoltre, Škoda ha combinato prove virtuali tramite simulazioni al computer e prove su strada; queste ultime sono state utilizzate soprattutto per verificare e confermare i risultati delle simulazioni.
    Il Dipartimento di Aerodinamica di Škoda Auto ha lavorato soprattutto in modo virtuale durante lo sviluppo di Nuova Fabia.
    Poiché l'ottimizzazione dell'aerodinamica di una vettura è un compito molto impegnativo e anche un piccolo cambiamento può portare a numerose conseguenze in altre aree, gli ingegneri hanno utilizzato i cosiddetti supercomputer per testare quante più variazioni possibili tramite simulazioni CFD (Computational Fluid Dynamics). Nel corso di circa tre anni e mezzo sono state fatte più di 3000 simulazioni di fluodinamica computazionale, impiegando decine di migliaia di ore di lavoro al computer.
   

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