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Recovery: ambientalisti, dimentica la mobilità urbana

"Le città, l'elettrificazione dei trasporti e la sicurezza stradale non sono una priorità per il PNRR approvato dal Consiglio dei Ministri. Solo 7,5 miliardi di euro per la mobilità urbana e regionale, contro i 29 miliardi necessari, nessuna voce specifica sullo sviluppo di un'adeguata rete di ricarica elettrica nazionale ad uso pubblico, nessun investimento per la riconversione industriale del comparto trasporti, briciole per la sicurezza stradale". A lanciare l'allarme sono le principali associazioni ambientaliste Kyoto Club, Transport & Environment, Legambiente, Cittadini per l'Aria, Greenpeace Italia e WWf Italia.

"Su un pacchetto da 200 miliardi, non un euro viene stanziato per la necessaria riconversione del settore produttivo automobilistico - scrivono le ong. Il testo trascura la questione cruciale dello sviluppo di una adeguata rete di ricarica elettrica nazionale ad uso pubblico".

"Il Recovery Plan risulta troppo sbilanciato verso gli investimenti sulle grandi opere extraurbane, come l'alta velocità - proseguono le associazioni -. Nel documento brilla la scarsità degli investimenti per le metropolitane e tramvie, la carenza di investimenti per le ferrovie suburbane, le briciole dedicate alla mobilità ciclabile. Nel PNRR sono previsti 7,5 miliardi per gli investimenti per la mobilità di tutte le città italiane e sono davvero insufficienti. Anche gli obiettivi riguardanti la costruzione delle reti ciclabili urbane non sono in linea con i PUMS delle principali città italiane, molto più ambiziosi".

"Per le città e la moderazione del traffico non c'è nemmeno un richiamo nel PNRR - concludono le ong -. Per la sicurezza sulle strade vi sono solo le briciole, con 1,6 miliardi. Di queste scarse risorse, ben 1,15 miliardi sono destinate alla messa in sicurezza della sola autostrada A24-25 (a cui dovrebbe provvedere il concessionario), mentre ad Anas per la sua rete solo 0,45 miliardi".

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