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Auto: nel 2021 ripresa mercato, ma crisi filiera forniture

E' evidente che il Covid, oltre ad avere influenzato i dati e i trend del settore automotive nel 2020, sarà un elemento determinante nella evoluzione dei prodotti e dei mercati e, purtroppo, nelle contrazioni dei numeri o nel rallentamento dei programmi.

Uno studio realizzato da Endava, l'azienda britannica specializzata in consulenze sulla digitalizzazione, evidenzia come le Case automobilistiche - impegnate nella sfida dell'utilizzo degli stabilimenti e l'incerto sviluppo dei ricavi - si concentreranno nel 2021 sul tema generale della riduzione dei costi, con maggiori criticità per la filiera delle forniture.

Come dovrebbe essere confermato nei prossimi giorni, il 2020 vedrà un calo del mercato globale delle auto e dei veicoli commerciali di circa il 23%, toccando un massimo di 70 milioni di unità. Valutando le diverse ipotesi - tutte formulate escludendo nuove crisi da virus - Endava formula una previsione per il mercato automobilistico globale del 2021 in crescita fino a circa 77 milioni di unità, con un aumento del 10%. Fatta salva la necessità di tagliare i costi, l'industria mondiale non potrà proseguire con il previsto vigore negli ambiti che gli addetti ai lavori definiscono 'CASE' e cioè Connettività, Autonomous driving, Sharing ed Elettrificazione.

In alcuni casi, come per la guida autonoma, gli investimenti necessari sono significativi e - poiché un modello capace realmente di muoversi senza pilota non sarà una realtà per altri 30 anni - questo settore non sarà una priorità per il 2021.

Analogamente perderà slancio il prossimo anno anche il comparto del car sharing, che aveva preso quota con una graduale trasformazione da possesso a utilizzo dell'auto. Ma il Covid ha fortemente penalizzato la condivisione dei veicoli, e anche se questo alla fine tornerà - e quando lo farà, aumenterà a un ritmo esponenziale - ciò non sarà una priorità fino a quando il vaccino allontanerà la minaccia di un ripetersi della pandemia.

Tutto questo lascia nell'ambito del 'CASE' due sole priorità: l'elettrificazione e la connettività. Nel primo caso - sottolinea la ricerca di Endava - l'aumento della disponibilità di modelli elettrici a batteria (BEV) è guidata dalla necessità di affrontare il cambiamento climatico, e per questo la legislazione si è concentrata sulle emissioni di CO2.

L'Europa aveva fissato per il 2020 di una media di 95 g/km di CO2 per il 90% dei veicoli, e questa quota aumenterà al 100% nel 2021. Anche Canada, Cina, India e molti stati Usa si stanno impegnando in una miscela di azioni che penalizzano i veicoli più inquinanti e incentivano i modelli elettrici.

Tuttavia, nonostante tali azioni, è improbabile un drammatico aumento della domanda di BEV durante il 2021, in primo luogo perché più costosi da produrre di quasi il 30% rispetto ai modelli con motore a combustione interna (ICE). Per rendere queste auto più accessibili, i costruttori hanno dovuto ridurre sostanzialmente i loro margini, ed alcuni di loro stanno addirittura subendo una perdita.

Ciò significa - evidenziano gli esperti di Endava - che i costruttori non sono desiderosi di aumentare la produzione di BEV dal punto di vista della 'redditività' aziendale. La completa parità nei costi e nei prezzi non è prevista fino al 2050, e per farlo alcuni produttori cercheranno di 'spremere' i fornitori di primo livello per ridurre i costi, e questi a loro volta eserciteranno pressioni sui fornitori di secondo livello.

Ciò comporterà fusioni o liquidazioni di alcune organizzazioni e una riduzione dei futuri investimenti tecnologici nella catena delle forniture. Tutto questo potrebbe provocare già nel 2021 una riduzione dei margini del rivenditore, con conseguente cambio radicale del rapporto con la rete di concessionari. Il processo di contrattazione presso il rivenditore verrà rimosso, poiché il margine sarà troppo basso per consentirlo. Inoltre, una maggiore trasparenza dei prezzi e un aumento delle vendite dirette online potrebbero portare il rivenditore a diventare una struttura di consegna.

Infine la Connettività, che è diventata - attraverso la digitalizzazione - un elemento fondamentale anche nell'automotive. Oltre il 70% di tutte le auto costruite nel 2020 avrà capacità telematiche, e quindi la capacità di essere connesso a OEM, concessionario, altre auto, città intelligenti e altro. Questa tendenza aumenterà ulteriormente nel 2021, e questo potrebbe spingere i Governi a concentrarsi sulla compensazione del calo delle imposte sui carburanti, imponendo tasse basate sull'uso dei veicoli, cosa possibile con la tecnologia delle auto connesse.

Ma la connettività - conclude Endava - comporterà anche vantaggi, perché già nel 2021 aumenterà la centralità del cliente, che potrà scegliere le modalità di trasporto e integrare le attività del lavoro e del tempo libero con gli spostamenti, una sorta di 'move working'. E ciò aumenterà le opportunità di crescita per le Case auto già impegnate da tempo nei software e nei servizi digitali. 

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