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GM scarica Trump nella guerra sulle emissioni auto in California

General Motors 'scarica' l'amministrazione Trump nella battaglia con la California sulle norme sulle emissioni. "Riteniamo che gli ambiziosi obiettivi sull'elettrico del presidente-eletto, della California e di General Motors siano allineati per affrontare il cambiamento climatico tramite una drastica riduzione delle emissioni", afferma Gm dicendosi "fiduciosa sul fatto che l'amministrazione Biden, la California e l'industria automobilistica, che sostiene 10,3 milioni di posti di lavoro, possano collaborare". Gm si era inizialmente schierata con l'amministrazione Trump convita che fosse il governo federale e non la California a dover dettare le regole sulle emissioni. A distanza di un anno dal 'patto' con Trump, dunque, General Motors fa una inversione totale, salutata con favore dal presidente eletto Joe Biden: "Sono notizie incoraggianti per la nostra economia - ha detto - per il nostro pianeta e per il successo a lungo termine dei dipendenti americani dell'industria automobilistica".

L'annuncio è stato dato dal CEO di GM, Mary Barra, in una lettera alle associazioni ambientaliste, in cui assicura ogni sforzo "per trovare il percorso che porterà a un futuro tutto elettrico". Per sostenere il dialogo, GM ha deciso di "ritirarsi immediatamente" dalle dispute legali in California, e ha invitato Toyota e Fiat Chrysler - che l'avevano affiancata - a fare altrettanto. Il rapporto tra GM e Donald Trump, d'altra parte, non è stato facile nei 4 anni appena trascorsi, con il presidente uscente che ha visto in Barra un ostacolo alla sua promessa di riportare in USA i lavori industriali appaltati al di fuori degli Stati Uniti. Il colosso di Detroit, infatti, aveva progettato di chiudere gli stabilimenti negli Stati Uniti e trasferire la produzione di alcuni modelli in Messico e Cina.

La svolta 'trumpiana' di GM è dell'ottobre del 2019, quando il Gruppo, assieme a Toyota e Fiat Chrysler, si era schierato a fianco del presidente contro la California, il più ambientalista degli Stati americani. Guidata dai Democratici, la California è in prima linea nella lotta contro il cambiamento climatico e si è imposto standard ambiziosi sulle emissioni di gas serra dei veicoli. Ma l'amministrazione Trump ha deciso nel settembre 2019 di ritirare il diritto di stabilire le proprie regole in materia, decisione rapidamente impugnata in tribunale. Per giustificare il suo sostegno all'azione dell'amministrazione repubblicana contro la California, GM aveva sostenuto il rischio di trovarsi di fronte a più standard. Toyota ha ricordato lunedì di essersi unita a GM e Fiat Chrysler nella disputa proprio perché c'era una preponderanza di altre case automobilistiche "contrarie agli standard della California. "Date le circostanze mutevoli - mette ora le mani avanti il Gruppo giapponese - stiamo valutando la situazione".

Fiat Chrysler al momento non ha preso posizione. Altri produttori, tra cui Ford, Honda e Volkswagen, invece, hanno già stipulato accordi con la California per ridurre volontariamente le emissioni delle loro auto. GM sta attualmente cercando di recuperare il ritardo su Tesla aumentando i suoi sforzi nei veicoli elettrici e autonomi: il gruppo prevede di investire 27 miliardi di dollari in questi due segmenti entro il 2025, più di quanto investa su veicoli a benzina e diesel. Joe Biden, da parte sua, ha fatto dello sviluppo di veicoli elettrici e della rete di stazioni di ricarica nel Paese una delle sue priorità ambientali. "Il presidente eletto - ha ricordato Barra nella sua lettera - ha recentemente affermato che gli Usa possano dominare il mercato automobilistico del 21mo secolo grazie ai veicoli elettrici. E alla General Motors - ha concluso - siamo totalmente d'accordo".

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