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Auto,stato California avvia azione legale contro Uber e Lyft

 La California ha avviato un'azione legale contro Uber e Lyft, società che si occupano di mobilità per i privati, affinché riconoscano lo status di dipendente ai propri lavoratori nonché la giusta retribuzione per gli autisti.

Alle due aziende viene contestato di aver violato la legge californiana che punisce il cosiddetto 'furto salariale' e che impedisce il riconoscimento dei benefit per i dipendenti. Come specificato dalla commissaria del lavoro della California, Lilia García-Brower ''il modello di business di Uber e Lyft si basa sull'errata classificazione dei conducenti come appaltatori indipendenti e questo li priva di alcuni diritti come il congedo retribuito per malattia, il rimborso spese, straordinari e salario minimo''. Infatti, in California, dal primo gennaio, è in vigore una legge che protegge i lavoratori della gig economy identificandoli come lavoratori dipendenti e costringendo, quindi, le aziende ad assicurare diritti minimi.Uber di tutta risposta considera ''pretestuosa'' l'azione legale che la California intende portare avanti precisando attraverso il suo portavoce, che l'azienda ha già apportato''modifiche significative alla app per garantire il rispetto della legge.

Quando tre milioni di californiani sono disoccupati, i nostri leader dovrebbero concentrarsi sulla creazione di nuove possibilità di lavoro, non cercare di bloccare un intero settore'''. Per Uber e Lyft non è la prima causa aperta con lo stato Californiano. Come riporta il portale The Verge, la California negli ultimi anni ha ricevuto più di 5mila segnalazioni da parte di autisti che chiedono un risarcimento per tutti i benefit non riconosciuti dalle due aziende. La California si è già mossa e a maggio ha chiesto un'ingiunzione di pagamento preliminare sia a Uber che a Lyft per risarcimento danni.

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