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Dopo coronavirus,Cina incentiva grande mercato dell'usato

 Un 'bazooka' dedicato all'automobile e a tutta la filiera che è collegata alla produzione, alla vendita e all'assistenza dei mezzi a motore. il Governo cinese lo sta preparando per il mercato del nuovo, mano a mano che fabbriche potranno tornare a lavorare a pieno regime, con provvedimenti di incentivazione che si sommeranno a quelli già presi nelle megalopoli dove era in vigore la 'lotteria' per assegnare le targhe e, nel post quarantena, si sono allargati i limiti numerici delle immatricolazioni. Ma lo ha già fatto per l'usato, un settore che interessa molto una parte della Cina, che è costituita, lo sanno bene gli esperti, delle tante città e località 'minori' delle fasce denominate Tier 2 e Tier 3, dove il potere di acquisto è limitato ma il numero dei potenziali acquirenti è enorme.

L'ultimo provvedimento preso - la riduzione della tassa sulla vendita delle auto usate, che scende dal 2 allo 0,5% - punta da un lato a favorire la motorizzazione di queste aree e, dall'altro, l'emersione di un mercato 'da privato a privato' che vale il 90% delle transazioni ma penalizza, evidentemente, il business dei concessionari ufficiali e dei commercianti.

Nel 2019 il mercato dell'usato a raggiunto in Cina quota 14,9 milioni (esclusi i dati del 'nero') con un incremento dell'8% rispetto al 2018. Un altro provvedimento che sta vivacizzando questo settore - come riferisce Automotive News China - è quello dell'apertura agli scambi fra province, arrivato nel 2019 al 27,9% di tutte le transazioni. Secondo i dati della China Automobile Dealers Association, nei primi due mesi del 2020 il calo del mercato dell'usato è stato del 47% (quindi inferiore a quello del nuovo) toccando quota 1,06 milioni. Con l'arrivo dell'aliquota allo 0,5% - che sarà applicata dal primo maggio alla fine del 2023 - il trend dovrebbe invertirsi rapidamente. 

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