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Coronavirus: case auto Giappone verso nuovi stop fabbriche

Nuovi stop alla produzione per le principali case auto giapponesi, in scia al rallentamento della domanda e gli impedimenti alla logistica causati dalla diffusione del coronavirus a livello globale.
    Toyota ha deciso l'interruzione di sette catene di produzione in cinque stabilimenti in Giappone, due dei quali, nella prefettura di Aichi, rimarranno chiusi completamente per oltre una settimana. La produzione di autovetture nipponiche è stata limitata in diversi paesi, inclusi gli Stati Uniti e l'Europa, per via dell'espansione della pandemia - che di fatto impedisce ai lavoratori di recarsi sul posto di lavoro. E' quanto è successo in India per quattro dei costruttori nipponici: Honda, Suzuki, Nissan e la stessa Toyota. Quest'ultima ha deciso la serrata di due impianti nello stato del Karnataka dopo che il governo di Delhi ha ordinato la chiusura di tutti i trasporti pubblici locali. Stesso discorso per Honda, con il blocco di due fabbriche fino al 31 marzo, e la Suzuki - leader di mercato in India - che ha deciso di fermare due fabbriche nello stato dell'Haryana, assieme al centro di ricerca e sviluppo nella stessa località. Nessuna certezza anche per la Nissan, con la sospensione delle attività nella regione Tamil Nadu e l'assenza di informazioni allo stato attuale sulla data di riapertura. La situazione non è più rosea nel Sud America, dove la Toyota ha ordinato la chiusura dell'impianto in Brasile fino al 3 aprile, così come in Argentina da qui a fine marzo. Nissan sospenderà la produzione nello stabilimento che gestisce in Messico da mercoledì fino al 14 aprile, e incertezza anche per la Mitsubishi Motors nelle Filippine, in seguito alla chiusura della fabbrica di Luzon dal 17 marzo al 12 aprile, per ottemperare al misure restrittive del governo di Manila, che impedisce ogni attività esterna alla popolazione.
   

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