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Suzuki V-Strom 1050XT, la tuttofare che guarda a Dakar

Il segreto di un cocktail ben riuscito è tutto nelle quantità. Suzuki deve averlo avuto bene in mente quando ha pensato alla nuova V-Strom 1050XT, mescolando una buona parte della 'vecchia' V-Strom 1000 con la storica DR Big, enduro icona degli anni '80, e con la DR-Z che corse la Parigi-Dakar nel 1988 con Gaston Rahier. Il tutto insaporito da un pizzico di elettronica all'ultimo grido.
La livrea vintage che riporta subito alle lunghe tappe nei deserti africani, infatti, non deve confondere: la nuova enduro bicilindrica marchiata Suzuki è un concentrato di tecnologia. ANSA Motori l'ha provata sulle tortuose strade della Toscana, in praticamente tutte le condizioni che un enduro di questa categoria si troverà ad affrontare: dal misto su asfalto alla superstrada, dagli sterrati fino alla pioggia battente. Ne emerge una moto veramente 'totale', in grado di districarsi in qualsiasi condizione, non mancando mai di divertire chi la guida.

Il motore, il 'classico' bicilindrico di 1.037 cc, non delude mai, confermandosi come uno dei migliori della categoria. Il passaggio all'Euro5 è stato del tutto indolore. Anzi, quasi benefico: il propulsore ha addirittura registrato un incremento di potenza massima, arrivando a 107 cavalli, senza sacrificare nulla a livello di coppia e 'schiena' ai medi regimi. Lo stesso si può dire della ciclistica, forte di una forcella Kayaba a steli rovesciati completamente regolabile e di un mono posteriore regolabile nel precarico e nell'estensione, che, sposati al telaio a doppia trave di alluminio, garantiscono una stabilità e una tenuta degne di una stradale blasonata.

 

Un assetto pensato senza dubbio più per la strada che per l'enduro vero e proprio, vista anche la scelta di dotare la nuova V-Strom di un cerchio anteriore da 19 pollici e di gomme Bridgestone prettamente da asfalto. Ma anche se l'enduro impegnativo, complice anche il peso di 247 chili in ordine di marcia, non è il suo terreno preferito, la 1050XT affronta con estrema scioltezza gli sterrati e i terreni moderatamente sconnessi, permettendo anche di tenere medie di tutto rispetto.
Da lode l'elettronica di bordo, incentrata sul sistema SIRS (Suzuki Intelligent Ride System). L'acceleratore elettronico ride-by-wire permette di gestire tre diverse modalità di guida, corrispondenti ad altrettante mappature, attraverso il Suzuki Drive Mode Selector. Il traction control è regolabile su tre livelli, ma può anche essere disattivato del tutto dai piloti più smaliziati. Quella che ha impressionato di più durante la nostra prova è stata però la nuova piattaforma inerziale a tre assi, che permette l'attivazione dell'ABS in funzione dell'angolo di piega. Vanno menzionati anche il modulatore di frenata in discesa, la frenata combinata, il ripartitore di frenata in funzione del carico e l'assistente alle partenze in salita.

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