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Assistenti vocali su 20 milioni di auto nel 2023

Dopo aver conquistato i telefoni ed essere entrati nelle case con gli smart speaker, gli assistenti vocali si preparano a espugnare le automobili, con cui in futuro sempre più spesso si potrà parlare per scegliere la musica, fare una telefonata o riscaldare il sedile. Tra cinque anni, nel 2023, saranno 20 milioni le auto che usciranno dalle concessionarie con almeno un assistente virtuale integrato. E' un mercato, previsto dagli analisti di Abi Research, che fa gola alle compagnie tecnologiche. In primis Google e Amazon, intenzionate a espandere i propri affari e gli ambiti di raccolta dei dati degli utenti. L'offerta sarà generata dalla domanda. Le persone si stanno abituando a usare Alexa di Amazon, Google Assistant e Siri di Apple sia sul telefono che in salotto (sono 86 milioni gli speaker consegnati nel 2018 secondo i dati di Strategy Analytics), e sperano di poter dialogare con loro anche mentre guidano.

"Le aziende automobilistiche hanno capito che un numero crescente di consumatori può vedere un valore nell'essere in grado di controllare in auto i propri dispositivi smart, e nel poter sfruttare l'ecosistema Apple, Amazon o Google mentre è al volante", spiega il ricercatore Shiv Patel. "Allo stesso tempo, queste aziende tecnologiche guardano al mercato automobilistico come a un nuovo business verticale per espandere il proprio brand e ottenere dati preziosi dai consumatori". Non a caso Google ha stretto accordi con Volvo e Nissan-Renault per integrare nell'abitacolo il suo assistente vocale, insieme alle mappe e al negozio di applicazioni. Amazon ha invece annunciato una partnership con Audi che da quest'anno porterà Alexa a bordo.

La strategia delle case automobilistiche sta cambiando. Inizialmente colossi come Mercedes, Audi e Bmw hanno cercato di sviluppare un proprio assistente virtuale. Per farlo si sono rivolti a Nuance, azienda americana che fornisce tecnologie di riconoscimento vocale e intelligenza artificiale. Negli ultimi tempi, tuttavia, sempre più spesso le aziende stanno optando per sistemi che consentono la convivenza del proprio assistente con quelli di Google, Amazon o entrambi. Una strada, questa, che dà modo all'automotive di soddisfare i desideri dei consumatori, ma senza rinunciare a far sentire anche la propria voce. Che le persone preferiscano avere un unico interlocutore virtuale, invece di dover ricordare comandi diversi in base all'oggetto con cui stanno parlando, lo dimostra un sondaggio condotto da J.D Power negli Stati Uniti. Il 76% degli intervistati vorrebbe avere in auto lo stesso assistente che ha a casa.

I motivi sono ovvi: l'utente sa già come funziona l'assistente, e soprattutto è l'assistente a conoscere già le preferenze dell'utente. Chiamare Alexa, o pronunciare "Ok Google", risulta quindi più familiare ma anche più funzionale rispetto a "Hey Mercedes" o "Hey Bmw". el. Google ha stretto accordi con Volvo e Nissan-Renault, mentre Amazon ha annunciato una partnership con Audi.
    La strategia delle case automobilistiche sta cambiando, osservano gli esperti. Se inizialmente hanno cercato di sviluppare un proprio assistente vocale, negli ultimi tempi aziende come Bmw e Audi hanno deciso di sviluppare sistemi che consentono la convivenza del proprio assistente con quelli di Google e/o Amazon.
   

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