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Per l'auto connessa e autonoma è pericolo cyber attacchi

 

FRANCOFORTE (GERMANIA) - Sempre più connesse alla rete Internet, in alcuni casi già in grado di scambiare autonomamente dati con altri veicoli e con le infrastrutture stradali e di essere comandate a distanza per semplici manovre con uno smartphone o con un telecomando, le automobili dispongono oggi di tecnologie che rischiano di attirare le attenzioni dei pirati informatici. Quello della 'cyber security' dei veicoli, della sicurezza dei loro sistemi di bordo, è uno dei temi più scottanti all'ordine del giorno del Salone di Francoforte e la sua importanza è destinata a crescere in futuro con l'affermazione della guida autonoma. Tramite l'azione di programmi 'malware', infatti, gli 'hacker' possono impossessarsi dei dati che le vetture immagazzinano, manipolare il funzionamento di vari dispositivi come quelli di ausilio alla guida di tipo ADAS o, addirittura, mandare in tilt le macchine o prenderne il controllo.

Da Harman a Qualcomm, da IBM a Kaspersky Lab, alla rassegna tedesca diverse aziende hanno proposto soluzioni per proteggere le quattro ruote dal rischio di intrusioni telematiche. Del resto è ''questo il tema principale legato all'auto del futuro'', ha sottolineato Orit Shifman, relatrice in uno dei convegni che ha affrontato l'argomento al 'New Mobility World' della kermesse motoristica. ''E diverrà sempre più importante, pensando anche al quantitativo di informazioni personali che i veicoli saranno in grado di raccogliere'', ha sottolineato la Shifman, presidente e CEO della OSR Enterprises AG, società svizzera che da sei anni studia il problema. ''L'intelligenza artificiale diventa sempre più importante nel settore automotive'', puntualizza John Kitchingman, vice presidente Global Sales Leader Automotive e Aerospace&Defence di IBM che a Francoforte ha mostrato il funzionamento di Security QRadar, una piattaforma che raccoglie e analizza i dati sui tentativi di intrusione nei sistemi telematici di bordo e li comunica direttamente ai Costruttori, per le relative contromisure. Un programma sviluppato in sinergia con varie aziende, tra cui Harman che allo IAA ha portato due interessanti novità: ECUShield e TCUShield. Il primo è un dispositivo progettato per proteggere l'auto da qualunque tipo di attacco proveniente dalla rete dei telefoni cellulari (sono principalmente basati su SMS).

Il secondo individua e blocca funzionamenti ''anomali'' della rete CAN-BUS, quella che comanda tutti i servizi di bordo.

Entrambi saranno installati sui veicoli di alcune Case a partire dal 2019. Entro fine anno, invece, sarà utilizzato sui modelli di un brand europeo e di uno asiatico il sistema vSentry, sviluppato dagli israeliani della Savari, illustrato in demo allo IAA: si tratta di un ''firewall'' open source che permetterà aggiornamenti continui nella lotta ai virus informatici. Kaspersky Lab ha portato come ''arma'' di difesa Secure Communication Unit (SCU), una soluzione pensata per rendere possibile una comunicazione a prova di interferenza tra le componenti del veicolo, l'auto e le infrastrutture esterne, con attenzione particolare ai mezzi a guida autonoma. ''I virus - ha spiegato all'ANSA Asaf Atzmon, direttore dello sviluppo del business per l'automotive cyber security della Harman - possono essere introdotti nella macchina tramite dei connettori apparentemente 'puliti', dei 'dongle' modificati con l'inserimento di un 'malware' che può inviare comandi in grado di bloccare il sistema, la strumentazione di bordo o altro.

Oltre alla porta OBD, sono vie d'accesso l'eventuale scheda telefonica di trasmissione dati integrata nel veicolo, il sistema di infotrattenimento di bordo, il cellulare. Con le vetture dotate di dispositivi di intervento attivo (ADAS) o di guida autonoma, quindi, è necessario un livello di protezione più alto, perché più l'auto è sofisticata più l'area di possibile attacco è estesa''.

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