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Via il paisley, Etro riparte da De Vincenzo

 Via il paisley, perché il "passato rischia di essere una trappola" per Marco De Vincenzo che, al suo debutto come direttore creativo di Etro, sceglie di portare "un punto di vista nuovo ", inequivocabilmente suo, allo stile della maison. Di tempo, dall'annuncio del suo incarico alla sfilata di oggi a Milano, non ce n'è stato molto: "Mi sono affidato a me stesso e alla gioia di essere qui, ho deciso - racconta il designer siciliano - di far valere le cose belle che amo di questo lavoro. Da quando sono arrivato in azienda mi sono chiesto cosa fosse Etro per me e ho cercato di liberarmi dal passato perché mi è sembrato una trappola. Io non sono un designer che si forza, mi è venuto spontaneo cercare un punto di vista nuovo".
    Un punto di vista che non cancella la storia del brand: sceglie di ripartire dalle sue origini, perché Etro è nata come azienda di tessuti, e di abbinare ai fondamenti della maison i codici del suo nuovo direttore creativo. "Un matrimonio come tanti - scherza De Vincenzo - in cui a volte prevale un elemento della coppia e a volte un altro".
    Inizio e chiusura della sfilata sono molto Etro, con i pantaloni in denim jacquard che aprono la passerella e gli abiti di pizzo con inserti di stampe che la chiudono. Il cuore della collezione è molto De Vincenzo: gli abitini di maglia a trecce degradé Rainbow, che è una sua signature, i tubini di raso con le frange in duchesse. Il tutto svettante su zoccoli da Aladino, tra fantasie di uccelli e ricami di frutti esotici, camicie e short a righe che uniscono il dna del brand e lo stile della sua nuova guida creativa. Ad assistere alla sfilata, la famiglia Etro al completo, che ha passato il testimone - non a caso scelto come invito allo show - al creativo classe 1978.
   

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