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L'Ucraina a Locarno, da Kvedaravicius a Sindrome Amleto

L'Ucraina raccontata dalla settima arte con diversi sguardi, ma anche con gli echi della guerra, arriva al Locarno Film Festival. E' il giorno del debutto fuori concorso di Prologos, l'ultimo film (insieme al documentario Mariupolis 2 presentato a Cannes) del regista lituano Mantas Kvedaravicius, catturato e ucciso dall'esercito russo a Mariupol a marzo 2022 durante le riprese che documentavano l'invasione russa del territorio ucraino. Prologos ritorna a uno dei temi base di Kvedaravicius, il viaggio, attraverso il percorso di un profeta solitario proveniente dal Sudan, che tra fabbriche abbandonate, stanze d'albergo anguste dove è assalito dai ricordi di un amore perduto e imbattendosi in macerie, umane, ambientali e sociali, immagina di muoversi nel paesaggio di quella che fu l’antica Grecia. “Mantas - ha detto la coproduttrice di Prologos Uljana Kim introducendo il film in sala – si interessava prima di tutto delle persone, non della politica né delle ideologie" Questo film "parla di amicizie attese e perdute, ma ci si trova anche il racconto, senza filtri, della crisi europea a cui assistiamo”. La regista ucraina Christina Tynkevych porta invece al festival, nella sezione Cineasti del presente, 'How Is Katia?' che ha per protagonista una madre single, Anna (Anastasia Karpenko), che lavora duramente per assicurare un futuro migliore alla figlia Katia. Un’improvvisa svolta la mette di fronte a una società che sembra ormai priva di codice etico. L'Ucraina infine è protagonista in The Hamlet Syndrome (Semaine de la Critique) dei registi polacchi Elwira Niewiera e Piotr Roso?owski, che raccontano la giovane generazione del Paese segnata dalla guerra e dagli sconvolgimenti politici dal 2014, partendo dalla preparazione di uno spettacolo basato sull’Amleto di Shakespeare. Alla base c'è proprio la cosiddetta Sindrome di Amleto che ti porta a essere sopraffatto dai pensieri e i dubbi, rendendoti così incapace di agire. “Il nostro film – spiegano i due registi – è dedicato ai coraggiosi giovani ucraini" ed "è il ritratto di una generazione impegnata ad elaborare il proprio difficile passato, che dopo l'invasione russa è diventato il loro presente e il loro futuro”.

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