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A Parigi sfila la Roma eterna di Fendi

La Roma Eterna, la spiritualità di Roma, la Roma celeste, una città che non finisce d' ispirare il direttore creativo delle linee femminili di Fendi donna, Kim Jones, che anche questa volta, per la sua nuova collezione di haute couture che ha sfilato a Parigi, ha pensato alla storica capitale. Attraversando gli strati della temporalità romana, dal suo antico passato al suo futuro immaginario, per la primavera 2022 Kim Jones presenta una collezione Fendi Couture che attinge fantasia e realtà per approdare in un presente ultraterreno. Qui, i codici storici della città, i suoi marmi statuari e l'estetica ecclesiastica, vengono esplorati in una cornice futuristica. "Quando cammini per le strade di Roma, ti muovi costantemente avanti e indietro nel tempo" spiega Kim Jones. "Il luogo in cui lavoriamo sembra molto moderno, ma ci si avvicina ai monumenti lungo la strada. C'è una totale atemporalità nella città: una vena storica che la percorre, ma anche un movimento che si proietta in avanti". Nella sfilata le modelle sembrano divinità discese dal cielo, anzi dall'olimpo. Sono un esercito di imperatrici, la cui purezza divina è intrisa di potenza celeste. L'artigianato della maison viene applicato alle loro silhouette futuristiche. Pepli e casule sacerdotali vengono reinterpretate dando luogo a mise modernissime, di abiti monospalla, di cappe istoriate di ricami a rilievo, che riprendono ricci, volute, fiori di acanto e motivi architettonici barocchi. Altrove, ascetismo cerimoniale sovrapposto a fantasia astrale. Tessuti fluidi e luminosi sono drappeggiati su corpi scintillanti. Perline baguette scintillanti di luce decorano bordi o interi abiti, rendendoli simili a gioielli. Le figure femminili sono ultraterrene, cariche di energia trascendente. Perché "Roma ha una certa spiritualità come città" ricorda Jones. "Non necessariamente ha solo qualcosa di religioso, ma ha anche qualcosa di presente negli strati della sua storia". Attingendo a tecniche antiche insieme all'artigianato moderno, la collezione riflette materialmente quel sentimento, trovando armonia tra passato e presente. Le ombre spettrali di tessuti opulenti, fotografate e distorte, sono stampate su seta duchesse e organza e illuminate con perline tradizionali e madreperla, mentre le statue classiche situate all'esterno del Palazzo della Civiltà Italiana di Fendi sono dipinte a mano in drammatico chiaroscuro su visone tranciato e velluto. Pelli termoformate, ricamate con micro paillettes, visoni e perle, fanno eco a rilievi corinzi; le basi a vista rivelano l'essenza stessa della couture: la sua costruzione. Vengono portati alla luce i resti archeologici di antiche civiltà: pietra vulcanica ed ematite incastonate in sacchi; geometrie di cristallo naturale e di ametiste. Il linguaggio visivo del potere è radicato ovunque, dall'armatura da guerriero, ora realizzata in agnello persiano e pelle, alla maestosità imperiale delle travi che spezzano il pavimento. I colori sono quasi basici: bianco, nero, grigio lava, rosso, blu cobalto. Infine, anche qui, come in altre sfilate di alta moda, con gli abiti corti si nota il ritorno delle calze, finora autoreggenti. Qui invece sono collant ricamati a mano che sembrano tatuati. "Dopotutto - conclude Jones riferendosi alle sue imperatrici - questo è ciò che riguarda la mia visione di Fendi: celebrare il potere delle donne".

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