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Valentino sfila nel segno della couture e dell'inclusione

Haute couture nel segno dell'inclusione per la nuova collezione Primavera/Estate Valentino, disegnata dal suo direttore artistico, Pierpaolo Piccioli. Una sfilata di alta moda che ha visto modelle e modelli di ogni età, taglia, etnia e genere, scendere la grande scala a chiocciola che parte dai lavoratori della sartoria e porta nei saloni dell'atelier di place Vendome, a Parigi, dove finalmente un pubblico di giornalisti e influencer, munito di mascherine, ha assistito in presenza al defilé.
Finalmente dalla scalinata di marmo scende la prima modella. Androgina, capelli corti biondi e spalle da atleta. Indossa un tubino scolpito, corto e scollatissimo, orlato di merletto, a mostrare due gambe chilometriche velate da calze autoreggenti. Il resto è un tripudio di ricami di canottiglie, paillettes, perline e piume su capi scultorei. Drappeggi, volants, intarsi, fiocchi, tagli sbieco, ricami a nido d'ape, si alternano in top scolpiti, minirobe in crepe de Chine, abiti lunghi con ali di chiffon che partono dalle spalle, o con gonne da ballo, code da red carpet, voluminose cappe in taffettà. I colori partono dai bianchi, neri e cipria, illuminati da oro o argento, per poi virare verso una palette di toni accesi o fluorescenti come bluette, azzurro cielo, fucsia, verde evidenziatore, arancione, rosa bubble-gum.
Un unico outfit è "rosso Valentino": è il completo con top a reggiseno, pantaloni ampi e cappa in taffetà dal volume avvolgente. Oramai il rosso Valentino è stato ampiamente sostituito da Piccioli, già nelle sue ultime collezioni, con un modernissimo e acceso punto di fucsia.
La collezione s'intitola Anatomia della couture. Infatti negli abiti indossati dalle modelle curvy che arrivano a taglie un tempo impensabili per una passerella di alta moda, ci sono tutte le lavorazioni e le tecniche sartoriali che fanno della Valentino un grande atelier. "La mia alta moda è per tutte e per tutti" sembra aver voluto dire lo stilista. "Il corpo, quello femminile in particolare - fa sapere Piccioli - è insieme un dato di fatto materiale e un costrutto culturale, i cui canoni di bellezza mutano attraverso i tempi, imponendo ora una tesa verticalità, ora una morbida orizzontalità, celebrando e preferendo certe parti dell'anatomia rispetto ad altre. Nella haute couture questa idealizzazione assoluta si materializza nel corpo della modella di maison, sulla quale tutto viene disegnato e costruito, prendendo concretezza ma rimanendo un'astrazione". Guidato dall'urgenza di ripensare i rituali e i processi della couture "per creare un canone che rifletta la ricchezza e diversità del contemporaneo e promuova una bellezza senza assoluti" il direttore creativo immagina la couture di Valentino non su una modella di maison unica e ideale, ma su una varietà di donne, di fisicità, di età. Morbido e accogliente nell'afflato democratico, e insieme radicale nell'approccio che scardina processi noti, Piccioli pensa alla collezione come costruzione corale che passa attraverso una composita armonia di tipi fisici e di abiti che li vestono, studiati attraverso un lungo processo, insieme scientifico e poetico. Il messaggio non muta nello scopo, che è esprimere il bello, ma nella modulazione che unifica. Il corpo è punto di partenza e di arrivo dell'intero racconto. Le silhouette lo seguono, sottolineandolo, o se ne staccano romanticamente, accarezzandolo. Nudo, viene esaltato dagli orli estremamente corti, occhieggia dalle scollature profonde che rivelano il busto. Le linee hanno una verticalità decisa o un'orizzontalità vaporosa. I codici della couture Valentino si reiterano in un dialogo che non è frammentazione ma proposta di una coerenza mutevole declinata attraverso diverse fisicità. Alterando il processo, mantenendo ferma la ricerca ultima di bellezza e grazia, si afferma un gesto di nobile rottura, di poetica apertura, che dona dignità all'individuo sostituendo la realtà che include alla astrazione che esclude.

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