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Lina Wertmuller e gli occhiali bianchi, storia di un amuleto

"Una volta incontrai gli occhiali bianchi. Un colpo di fulmine. Solari, balneari, regalano subito un clima di festa. Fanno parte del mio arredamento personale. Ne ordinai 5mila paia in una fabbrica.
    Era l'ordine minimo, ma li pagai a rate". Lina Wertmuller aveva rivelato la sua passione per gli occhiali bianchi, quando aveva festeggiato i 90 anni, spiegando anche il motivo del suo innamoramento. Lei però una volta inforcati, non poteva più fare a meno di quel dettaglio che le dava un'aria "vacanziera", celando il suo sguardo indagatore, da regista.
    Ormai era nato un amore per la vita. Così, attorno alla metà degli anni Ottanta, Ottica Vasari, storico marchio di occhialeria della capitale, aveva realizzato su misura per Lina Wertmuller gli iconici occhiali da vista bianchi che hanno segnato lo stile e l'estetica della grande regista scomparsa il 9 dicembre a Roma, a 93 anni.
    Capelli biondi e negli ultimi decenni candidi, portati cortissimi, alla garçonne, minimal. Ma soprattutto occhiali dalla montatura bianca, dietro le cui lenti fumé si notavano occhi penetranti, bistrati di nero e uno sguardo ironico, da osservatrice attenta ai dettagli. Per questo suo look, a cui è rimasta sempre fedele fino alla fine, Lina Wertmuller era distinguibile anche in una platea di mille persone. Per il resto del guardaroba, la grande regista, preferiva maglie a collo alto tinta unita, pantaloni e lunghe collane di pietre dure. Ma gli occhiali bianchi, quelli no, erano la sua nota distintiva, il suo accessorio irrinunciabile. Forse una maschera dietro cui scrutare i dettagli, pensando di non darlo a vedere. Gli occhiali bianchi erano anche il suo amuleto. Onnipresenti perfino con le mises da red carpet e da Oscar, a cui fu candidata nel 1977 per la regia di "Pasqualino Settebellezze", ricevendo invece l'Oscar alla carriera solo nel 2020. Quando Woody Allen la chiamò per un cameo nel film "Io e Annie" lei gli spedì un paio di occhiali bianchi, scrivendogli: "Puoi metterci dietro chi ti pare".
    Infine, nel 2018, quando venne celebrata per i suoi 90 anni un toccante documentario di Valerio Ruiz, suo assistente alla regia, sul suo percorso professionale fu intitolato non a caso "Dietro gli occhiali bianchi".

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