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Il FuoriSalone riparte dalle 'creative connections'

Un gabbiano che volge lo sguardo al cielo, idealmente pronto a spiccare il volo: è 'Freedom', una delle installazioni-simbolo di Creative Connections', la grande mostra organizzata da Interni per il Fuorisalone, che compie 30 anni "con una gran voglia di tornare in presenza - dice Gila Bojardi, direttrice del magazine Mondadori e fondatrice del circuito di eventi collaterali al Salone del Mobile - a creare le nostre connessioni". Di volontà di rinascita, di sostenibilità, di un nuovo rapporto con la natura e con gli altri parlano le 21 installazioni di 35 designers dislocate tra l'Università Statale, l'orto Botanico e l'Audi City Lab. "Per noi questo momento - sottolinea Elio Franzini, direttore dell'Università Statale - è un segno di ripresa e di speranza che Milano riprenda con le sue eccellenze". "Stiamo inaugurando il primo grande evento dell'anno a Milano - aggiunge Carlo Mandelli, ad di Mondadori - si sente la ripartenza e si vede dai numeri delle aziende, anche se c'è qualche timore". E' un invito ad abbandonare le paure e a investire nel presente l'installazione 'Natural Capital' creata da Carlo Ratti per Eni: "come trasferire la foresta in un orto" era la missione del progetto, che il designer ha interpretato legando a ogni pianta una sfera con infografica tridimensionale sul consumo di Co2. "Il confine tra artificiale e naturale - spiega - è la sfida dell'architettura per rispondere alle emergenze di oggi". Dopo la pandemia, aspiriamo tutti a tornare a guardare il cielo, come invita a fare la torre progettata da Michele De Lucchi per Whirpool: "delle connessioni non possiamo fare a meno - ragiona l'architetto - e questo funziona soprattutto se combinato con l'imprevedibilità". Effetto sorpresa, come in 'Falso Autentico', il progetto di Marco Nereo Rotelli, dove si entra "in un'architettura fatta di terra cruda con l'antica tecnica africana per uscire - spiega l'artista - nel futuro, poiché il dentro è il fuori: uno spazio digitale e immersivo, un'idea di un luogo come logos". Concetto ripreso da Kengo Kuma per il suo 'Bamboo Ring': "Intrecciare materiali naturali e tecnologici, mixare l'avanguardia del suono con una struttura architettonica ad anelli per farne una tessitura vibrante, stimolando un'esperienza futuristica nello storico Cortile dei Bagni progettato dal Filarete. Tutto questo - racconta il designer - esprime il nostro concetto di Creative Connections: la costruzione di ponti disciplinari che mettono in contatto gli esseri umani con le emozioni". E commuove l'installazione 'Il mondo di Ernesto' progettata da Mario Cucinella come tributo al mondo di Ernesto Gismondi, fondatore del Gruppo Artemide: un castello di carte dove ogni tessera è un ricordo, una "rappresentazione - dice il designer - di cura creativa". Salvare i ricordi come negli omaggi a Nanda Vigo e Alessandro Mendini, con rivisitazioni di loro pezzi di culto, ma anche salvarci tutti, come auspica 'Survival', la grande zattera stile arca di Noè immaginata da Stefano Giovannoni: "oggi il surriscaldamento globale e la pandemia - spiega lui - mettono in discussione la sopravvivenza stessa del pianeta e del genere umano, evocando eventi biblici e apocalittici". Se "la provvidenza affidava a Noè il compito di preservare le specie affinché, dopo il diluvio, diventasse il capostipite di una rinata umanità, oggi la sfida si ripropone con una forte volontà di ripresa, capace di promuovere una vera e propria rinascita dell'uomo e del suo rapporto con la natura" . Da questo "atto di coraggio", come dice Cucinella, riparte il Fuorisalone.

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