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Gioielli etici in oro green recuperato da vecchi computer

Gioielli etici realizzati con materie prime riciclate, per legare più generazioni di mamme e figlie. Ci ha pensato Elisabetta Carletti, fondatrice del marchio di gioielli Maman & Sophie, distribuito in Italia in oltre 250 gioiellerie. La sua storia comincia a Firenze con una carriera di successo come avvocato. Ma nel 2008 nasce la primogenita Elena Sofia ed Elisabetta decide di abbandonare per un anno la professione per dedicarsi alla figlia neonata. La nascita della bambina libera la creatività di Elisabetta, infondendole il coraggio necessario a rivoluzionare la sua vita.
    "La mia idea era semplice: volevo indossare un cielo stellato per celebrare l'arrivo di Sofia. Così, dalle mie mani, venne fuori il primo girocollo con le stelle e, subito dopo, la collana con le lettere Elena Sofia. Nel 2009 sono entrata in un mondo di forme, colori, materia e pietre che portavano dentro l'energia della nostra Terra". Infatti la collezione 2021/22 è ispirata dalla terra. "C'è un grande lavoro nel mondo, per rendere disponibili materie prime prodotte con sistemi sostenibili sotto il profilo umano-ecologico. Noi contribuiamo usando esclusivamente oro etico, oro di recupero che proviene dai dispositivi elettronici giunti a fine vita. In questo modo riusciamo a dare nuova vita ai componenti elettronici come computer, cellulari approvvigionandoci da aziende che certificano l'impiego dell'oro con questa metodologia. Viene utilizzata anche una tipologia di oro da molti ribattezzata green, proveniente da attività estrattiva con tecniche e metodologie non invasive, ovvero senza l'utilizzo di agenti chimici o esplosivi, nonché in armonia e collaborazione con l'ambiente e le comunità locali coinvolte. La sua produzione, infatti oltre ad esser effettuata senza l'utilizzo di cianuro e mercurio, elementi impiegati per la lavorazione dell'oro classico e per la sua separazione dai minerali di scarto, avviene seguendo le normative relative alla sicurezza e al lavoro, tutelando, in questo modo, coloro che, soprattutto in paesi meno sviluppati quali, ad esempio, l'Africa, si trovano ad operare in condizioni rischiose ed in particolare evitando lo sfruttamento del lavoro minorile". (ANSA).
   

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