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La moda 'resuscita' un antico villaggio minerario

Lo sfondo è di quelli che non ti aspetti se pensi alle passerelle sfavillanti dell'alta moda, ma l'impatto è davvero forte: nere silhouette si muovono tra le rovine del villaggio minerario Asproni, un borgo "immerso tra le verdi colline del Sulcis Iglesiente oggetto di un importante intervento di recupero", racconta all'ANSA lo stilista sardo Filippo Grandulli che ha scelto questo luogo per la sua nuova collezione autunno-inverno 2021/22 riuscendo a mettere insieme 40 professionisti per realizzare un fashion film di 10 minuti e mezzo il 23 aprile online sul sito www.filippograndulli.it e su tutti i canali social.


Tema e titolo della collezione rappresentano bene lo stato d'animo di questo periodo in piena pandemia: "Su Feli", ovvero la rabbia. "Ma esprime anche - sottolinea il designer di moda cagliaritano - quella voglia di rivalsa e di ripresa di quanti si son trovati con un progetto fermo da due anni e hanno dovuto reprimere la propria creatività per via dell'emergenza Covid".
Riflettori accesi dunque sul villaggio Asproni di Gonnesa, in località località Seddas Moddizis. "Uno scenario surreale - confessa Grandulli - esempio di architettura mineraria tra le verdi colline del Sulcis Iglesiente".
Tra gli storici edifici, la chiesa, gli uffici della direzione, la villa, la scuola per i figli dei minatori, sui tacchi ricoperti da copriscarpe le donne di Grandulli incedono in un' atmosfera onirica e mistica, animano il villaggio con i loro abiti total black da cui affiora il candore delle camicie.
Modelli originali arricchiti di volta in volta di tessuti stampati con grafiche in sovrapposizione che richiamano antichi monili, bottoni, spille. I cestini sardi realizzati in carta da Angela Boeddu diventano cappelli, cascate di fiori inghirlandano gli orecchini neri prodotti da Furighedda e rivestiti in broccato. Preziosi dettagli anche sullo scollo delle maglie, su cui brillano frammenti di fedi sarde e altri ornamenti di oro o argento.


Filippo Grandulli gioca sul non finito con ricami lasciati a metà, gioielli logorati per dare il senso della precarietà. Al progetto, da una idea di Daniele Coppi, ha lavorato uno staff di 40 professionisti sardi. Sulle note del brano "Bellu" composto dalla dj Marascia il rito della sfilata si compie, dando forma alla voglia di ripartire, di rimettere a posto i pezzi, ricucire gli strappi di un tempo lungo e sospeso, sottratto all' arte, alla cultura, alla creatività.

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