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Oscar, chi sono i 5 attori protagonisti in gara quest'anno?

La vittoria postuma di quasi 30 premi della stagione, fra i quali il Golden Globe, lo Screen Actor Guild e il Critics Choice Award, indicano come chiaro favorito nella cinquina degli Oscar per il miglior attore protagonista, Chadwick Boseman, per quella che è la sua ultima performance in Ma Rainey's black Bottom di George C. Wolfe. In gara con lui in una shortlist mai così rappresentativa della diversità: due maestri della recitazione, già vincitori di un Academy Award a testa, Anthony Hopkins (The Father) e Gary Oldman (Mank) insieme a debuttanti agli Oscar, come Steven Yeun (Minari) e Riz Ahmed (The sound of metal).  La notte degli Oscar è attesa il 25 aprile (in Italia nella notte tra il 25 e il 26 aprile dalle ore 00:15 su Sky Cinema Oscar (canale 303 di Sky), in streaming su Now; la diretta dalle 00:15 anche su Sky Uno e in chiaro su TV8).
    "Uno dei ruoli più importanti, se non il più importante di sempre per un attore afroamericano". Così Viola Davis (in gara fra le attrici protagoniste), ha definito il personaggio interpretato da Chadwick Boseman in Ma Rainey's Black bottom, adattamento del dramma teatrale firmato da August Wilson, dedicato alla figura di Ma Rainey, considerata la madre del blues. L'interprete di Black Panther, scomparso ad agosto a 43 anni a causa di un tumore, nel film ha prestato il volto, offrendo una performance travolgente, a Levee, talentuoso ma presuntuoso e ribelle suonatore di tromba nel gruppo di Ma Rainey. L'entusiasmo del musicista per la propria musica e i suoi sogni ad occhi aperti sono controbilanciati da una rabbia spesso incontrollabile, nata da una tragedia a cui ha assistito da bambino. Se vincesse Boseman, sarebbe la seconda volta nella storia degli Academy che viene attribuito un Oscar postumo nella categoria del migliore attore protagonista: la prima è stata nel 1977 con la statuetta a Peter Finch per Quinto potere.
L'83enne Anthony Hopkins, vincitore della statuetta alla prima nomination nel 1992 per il suo iconico Hannibal Lecter in Il silenzio degli innocenti, e poi di nuovo candidato nel 1994 (Quel che resta del giorno), 1996 (Nixon), 1998 (Amistad), 2020 (I due Papi), torna in gara per la sesta volta agli Academy Awards, regalando una prova d'attore struggente e potente in The Father - Nulla è come sembra di Florian Zeller (che adatta il suo testo teatrale) . Hopkins (che per la sua performance ha appena conquistato il Bafta) nel film è Anthony, ottantenne che perde sempre più il contatto con la realtà a causa della demenza senile. La malattia riempie di sogni, allucinazioni e incubi le giornate dell'uomo che non si rassegna ad accettare l'aiuto della figlia (il premio oscar Olivia Colman, in corsa fra le attrici non protagoniste). "Quando ho letto la sceneggiatura ho detto subito sì - ha detto Hopkins a Npr - è stata la stessa reazione che ho avuto quando ho letto lo script de Il silenzio degli innocenti".
    A tre anni anni dall'Oscar conquistato per la sua prova nei panni di Winston Churchill in L'ora più buia, Gary Oldman, torna in gara grazie alla sua interpretazione di un personaggio realmente esistito, lo sceneggiatore Herman Mankiewicz in Mank di David Fincher. Una sfida d'attore che ha suscitato anche perplessità in alcuni critici visto che Oldman, 62 enne, ha quasi 20 anni di più rispetto a quanti ne aveva Mankiewicz, nel periodo raccontato dal film, la scrittura della sceneggiatura di Quarto potere. Rilievi che cadono davanti all'impressionante capacità introspettiva dell'attore (che come lo sceneggiatore nella sua vita ha lottato con la dipendenza dall'alcool), evidenziata anche dalla richiesta di Fincher di non adottare trucchi o parrucche che lo rendessero più simile a Mankiewicz: "David non voleva nessun velo tra me e il pubblico - ha spiegato Oldman all'Associated Press -. Mi ha detto 'ti voglio più nudo di quanto tu sia mai stato".
Gli anni dell'università, dai quali è uscito con una laurea breve in psicologia con specializzazione in neuroscienze, hanno avuto anche il pregio di far scoprire a Steven Yeun, nato a Seoul e cresciuto negli Usa, l'amore per la recitazione. Da allora la sua carriera è stata in crescendo soprattutto grazie al successo internazionale ottenuto con il ruolo di Glenn Rhee in The Walking dead e a film come Burning di Lee Chang-dong. In Minari, Yeun è Jacob, immigrato dalla Corea del sud che spera di realizzare con la sua famiglia una propria versione del sogno americano. L'attore ha amato di Minari "il fatto che raccontasse l'esperienza degli asiatico-americani senza essere didascalico - ha detto il 37enne Yeun a The Guardian - o avere la necessità della presenza dell'America Bianca per giustificare la trama".
    Dare volto a un personaggio alle prese con una disabilità ha portato molti attori nelle cinquine degli Oscar, ma Riz Ahmed, classe 1982, affronta il compito in una chiave tanto intensa quanto priva di vittimismi in The sound of metal di Darius Marder. Nel film l'attore britannico di origini pakistane è Ruben, chitarrista metal ex eroinomane, che vede il suo mondo andare a pezzi quando viene colpito da una grave, crescente e irreversibile perdita dell'udito. Un percorso verso la sordità che Ahmed, già vincitore di un Emmy nel 2017 per le serie The Night of, riflette unendo rabbia e innocenza. Una performance costruita anche su una preparazione durata mesi, sia per diventare un batterista credibile che per imparare al meglio la lingua dei segni. "L'approccio al lavoro e alla vita di Ahmed non passa per scelte facili o il ripetere ciò che ha fatto in passato - ha spiegato il regista -. Per lui è centrale la scoperta e la crescita". 

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