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Grandi firme alla Scala, un secolo di costumi storici

(di Bianca Maria Manfredi) - Al Palazzo Reale di Milano dal 10 ottobre al 28 gennaio andrà in scena una mostra dedicata a un secolo di costumi della Scala. Il verbo non è casuale perché ad essere esposti saranno più di 25 abiti storici del teatro, che raccontano quasi un secolo di arte e di costume. Creazioni di artisti come Karl Lagerfeld e Gianni Versace realizzato per divi assoluti come Rudolf Nureyev, Maria Callas e Renata Tebaldi. Ad organizzare la mostra, dopo il restauro degli abiti, è stata l'associazione Amici della Scala che così festeggia i suoi primi quarant'anni di attività, in collaborazione con il Comune di Milano, Palazzo Reale e il teatro alla Scala. "Attraverso i costumi - ha spiegato alla presentazione l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno - si racconta il ruolo che la Scala ha avuto come centro di ricerca sperimentale, e anche la storia della regia d'opera mettendo in luce la straordinaria artigianalità dei laboratori" del teatro che hanno realizzato i modelli.

Il più antico è il costume di Isabella nell'Italiana in Algeri di Rossini creato da Caramba (alias Luigi Sapelli) nel 1933. Ma nel percorso che occupa quattro sale di Palazzo Reale si possono ammirare anche l'abito ideato da Franco Zeffirelli per Maria Callas che interpretava Donna Fiorilla nel Turco in Italia del 1955, con la regia dello stesso Zeffirelli, o le creazioni di Alexander Benois per Renata Tebaldi, come Tatiana nell'Eugenio Onegin del 1954. E ammirare il costume di Lila De Nobili per Amneris nell'Aida diretta da Zeffirelli nel 1963. Indossato da Nureyev c'è l'abito del principe nello Schiaccianoci del 1969 a cui fa eco l'abito rosso creato da Luisa Spinatelli per Carla Fracci come Lisa nella Fille mal gardé del 1987. I costumi più recenti sono quelli firmati da Maurizio Millenotti per la matrigna e le sorrellastre nella Cinderella con la coreografia di Mauro Bigonzetti nel 2015. Ma l'excursus prevede alcune pietre miliari: dall'abito per la Callas come Amina nella Sonnambula di Bellini con la regia di Luchino Visconti fatta da Piero Tosi (5 nomination e un Oscar alla carriera) o quello firmato da Gianni Versace per la Salomé con la regia di Robert Wilson, o ancora quello di Karl Lagerfeld per i Troiani con la regia di Luca Ronconi, senza dimenticare quelli firmati da due altri premi Oscar: Franca Squarciapino (Cyrano de Bergerac) per il Don Giovanni diretto da Riccardo Muti con la regia di Giorgio Strehler e Gabriella Pescucci (L'età dell'innocenza) per la Traviata di Liliana Cavani. 

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