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Sisal e responsabilità sociale d'impresa, vocazione dal '46

(Di Daniela Giammusso)
ROMA - Non solo gioco, ma anche Sport, Arte e cultura, Innovazione, Ricerca Scientifica. È un legame lungo 70 anni, da quella prima schedina del ‘46, quello che lega la Sisal all'Italia e agli italiani, partito con il sogno di ridare vita al nostro sport e ancora oggi in prima linea con un programma organico di responsabilità sociale d’impresa. A raccontarlo è il Rapporto di Sostenibilità 2016, presentato oggi dal Presidente e dall'Amministratore delegato di Sisal Group, Augusto Fantozzi ed Emilio Petrone, alla presenza del sottosegretario all'economia Pier Paolo Baretta.
"Un Rapporto - racconta Fantozzi - quasi più importante di quello economico, perché racconta come la nostra azienda si pone nei confronti dei clienti e anche dei nostri dipendenti, ad esempio nel rispetto verso le donne". Quanto agli stakeholder, aggiunge, "la strategia è di rispetto totale della legge, che è sempre il modo migliore per essere dalla parte giusta".
Sisal, prima azienda italiana a operare nel settore del gioco come concessionario dello Stato e leader nel settore dell'intrattenimento e dei Sistemi di Pagamento, "è da sempre un’azienda attenta al sociale, ai dipendenti, al paese in cui opera", prosegue Petrone, ricordando come al tempo furono gli stadi da ricostruire, oggi Amatrice e i territori colpiti dal sisma da aiutare. "Siamo un’azienda molto attenta all’innovazione, che cerca di essere avanti, fare le cose prima degli altri, sempre con un pizzico di creatività italiana".
A partire dal programma di Gioco Responsabile, focalizzato sull’intrattenimento, sul divieto di gioco ai minori, con particolare attenzione alla tutela delle fasce di consumatori più vulnerabili, e sulla prevenzione e contrasto del gioco illegale. Un elemento inderogabile, tanto che Sisal è fra i pochi operatori in Italia (solo 2) ad avere ottenuto il rinnovo delle certificazioni da parte di EL - European Lotteries e WLA - World Lottery Association al massimo livello, secondo gli International Standards sul Responsible Gaming.
C’è poi, si legge nel Rapporto, il progetto Oltre il Gioco, realizzato attraverso il brand Matchpoint, insieme a Roma Cares e AS Roma, per sostenere la Liberi Nantes Football Club, prima squadra di calcio in Italia interamente composta da rifugiati e richiedenti asilo. O We All Football, sul tema della parità di genere e delle pari opportunità, per una struttura di calcio femminile nella Casa Circondariale di Rebibbia. E poi, per i giovani talenti, le Fondazioni Italia Camp e Color Your Life. La cultura, con il sostegno sin dal 2009 al Piccolo di Teatro di Milano. E le molte raccolte fondi a sostegno di progetti di ricerca come Pink is good con Fondazione Umberto Veronesi, Telethon e Airc. Ultimo, ma solo temporalmente, l’accordo avviato nel 2016 tra Sisal e Agenzia per l’Italia Digitale, per il progetto PagoPA: iniziativa strategica per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione.
Ma la presentazione del Rapporto è anche l’occasione di confronto all’indomani del nuovo accordo tra Governo ed enti locali in materia di gioco. "Innanzitutto - dice il CEO di Sisal - siamo contenti che ci sia stato. Al suo interno però non è del tutto chiaro, con alcuni articoli apparentemente in contrasto. Ci piace invece che ci sia una normativa unica, che organizzi e regolamenti il settore gioco in Italia". "L’accordo ha delle contraddizioni che vanno affrontate - risponde il sottosegretario Baretta - ma obbliga tutti a un salto di qualità".

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