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Medio Oriente a tavola, altro che kebab, è cibo da Mille e una notte

Ricette libanesi, israeliane, greche, marocchine e persiane, tutto insieme appassionatamente perchè il medio oriente è vicino almeno a tavola. La tendenza food di questa parte di mondo spopola ovunque, dalla Francia alla California, ma in Italia solo ora sta muovendo i primi passi. A Roma poi Za'atar, di fronte al museo Macro di Testaccio, aperto nell'estate 2017 scommette forte sul trend e persino rilancia: tutte le cucine mediorientali in un unico posto, un fusion nel piatto ecco così che accanto ai classici humus e babaganoush si trovano tajine e tartare, carni e pesci arrosto speziati e pita home made con un livello qualitativo eccellente. 

Dopo il boom di ristoranti come Cleo Hollywood a Los Angeles, Momo a Londra e El Jardin del Califa a Cadice, in un angolo di Roma il trend internazionale è raccolto da Za’atar. Il nome del ristorante è arabo e significa miscela di spezie, una ricetta che ciascuno compone a piacimento avendo per base maggiorana, origano e timo, corroborante, gustosa e che Sayed, il cuoco egiziano del locale prepara fresca mescolando ingredienti top secret.

Piatto forte del ristorante sono le tajine marocchine, una rarità italiana e a Roma. L'idea, ci racconta Marco Domenicucci , uno dei soci con Luca Piperno, Mayer Naman, Victor Nahum, Michele Aprile (che a Roma hanno aperto già Dolce, Retro e Casa 900) , "è di ridare la dignità che merita a questa bellissima cucina mediorientale, troppo spesso associata a cibo da strada pur buonissimo come il kebab. Invece ci sono piatti elaborati, sapori speciali, commistioni di ingredienti". Tranne qualche spezia, i fantastici limoni confit per i piatti di carne e il cuscus vero (ossia non precotto), importati grazie ad un fornitore libanese che commercia prodotti halal, tutto è fresco.

Il viaggio culinario diventa esperienza di senso e gusto, policromo, che parte dalle vie di Istanbul per arrivare alla città vecchia di Gerusalemme, attraversando il deserto marocchino per finire sulle assolate dune della Persia. La ricchezza del menù è la specialità del locale, frutto di studi, ricerche e stimoli che i proprietari hanno concepito su ispirazioni di numerosi viaggi in Medio-oriente.

Qualche esempio sono i famosi Hummus, tzatziki, insalate in versioni classiche o rivisitate con avocado,  menta, melograno, barbabietole viola, pesche e miele; e ancora gamberi fritti avvolti in pasta kataifi serviti con avocado e salsa di yogurt allo zafferano. E tra i secondi oltre alle Tajine di pollo, manzo, agnello e pesce serviti alla marocchina le Polpettine di legumi con spezie e coriandolo, la tartare di salmone marinato con harissa e tabulenia, e poi il pollo arrostito in crosta di Za’atar con pomodori grigliati e limoni confit. 

Il locale è da Mille e una notte con blu cobalto alle pareti e ai soffitti, illuminazione suggestiva a tema, I tavoli sono fatti a mano con smalti colati per fondere i disegni; per rivestire le colonne e il bancone del bar sono stati utilizzati ottoni piegati, acidati e invecchiati. Per il pavimento è stato recuperato il parquet di legno massello originale, carteggiato e dipinto a mano; per le decorazioni marrocchine sui tessuti e tappeti sono stati creati 4 motivi originali. L’interior design è stato curato dall’architetto spagnolo Elena Piulats, finissima artista del settore, che vanta sul suo curriculum la progettazione di locali innovativi in tutto il mondo, e il cui stile è caratterizzato dalla ricerca di materiali all’ avanguardia e la cura dei particolari.  

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