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Pavarotti, cantante senza confini a 10 anni dalla morte

(ANSA) - ROMA, 3 SET - Ci sono figure di successo che diventano icone pop mondiali e, per la lirica, dopo Caruso e Maria Callas, questo è accaduto certamente a Luciano Pavarotti, non solo per la sua comunicativa romagnola e la simpatica corpulenza da gourmet, ma anche per come ha saputo e voluto aprirsi al mondo e al suo tempo, rompendo recinti e classificazioni. A 10 anni dalla morte, avvenuta dopo lunga malattia il 6 settembre 2007 nella sua casa di Modena, resta il mito del cantante che a Londra il 2 giugno 1966, a 31 anni, nella 'Fille du régiment', esegue i nove Do acuti che costellano l'aria 'Ah, mes amis, quel jour de fete!' con incredibile baldanza, finendo sui giornali di mezzo mondo e entrando nella leggenda della lirica, che si unisce al mito dell'artista che negli anni '80 e '90 conquisterà fama extrateatrale e operistica, grazie anche alla tv. Il desiderio sempre ribadito di "voler portare l'opera alla gente" e la voglia di non porsi confini ne hanno fatto anche uno dei grandi amplificatori del 'marchio' Italia.

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