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A NY e Londra, trend co-living, ecco dove abitano i millennials

(di Alessandra Baldini) - Il modello rivisitato sono gli alberghi single sex del primo Novecento, ma anche le comuni degli anni Sessanta. Gli uffici condivisi che hanno soppiantato il modello tradizionale, oppure gli "hacker hostel" di San Francisco dove aspiranti imprenditori dell'high tech vivono e lavorano a basso costo sognando di conseguire la gloria nel mondo digitale. Incubatori di vita comune: a New York e a Londra, spinti anche da caro degli affitti, molti millennials optano per il co-living.
    Una grande città' e un impiego a tempo pieno: per molti giovani single rischia di diventare la ricetta per la solitudine. Ed ecco dunque che il "co-living" diventa l'alternativa possibile per chi ha lasciato il college o la graduate school e si incammina nel mondo del lavoro a non tornare a casa dei genitori. Un formato "comodo", quasi familiare, per chi da pochi anni o mesi ha lasciato le sistemazioni in coabitazione dei dorm universitari. Solo che in questo caso, dall'altro capo del trend, ci sono imprenditori immobiliari pronti a raccogliere le possibilità della "casa di gruppo" versione 2.0.

Hanno cominciato gli inglesi con proposte come Old Oak a West London (546 micro-appartamenti più spazi comuni), e gli Usa hanno risposto con la loro versione con steroidi. Sulle rive dell'Hudson di fronte a Manhattan Jersey City Urby e' una torre che sembra fatta di blocchetti di Lego (il design e' dello studio danese Concrete) con una serie di "amenità" in comune: il baratto per il caffe', un'enorme piscina e camino all'aperto, salotto con giochi da tavola, libri e riviste. Sulla carta 762 miniappartamenti, in realta' un nuovo esperimento sociale di "co-living". Ad assistere gli inquilini, oltre al portiere, c'e' un artista e uno scienziato "in residence" (il grattacielo gemello a Staten Island ha il suo contadino). E per gli hipster pronti a pagare i 2.500 dollari al mese di canone c'e' pronto un portafoglio di eventi, dalle serate di assaggi enologici e di gelato, ai film sul bordo della piscina, al tour dei mercatini organici, che permettono di fare network e uscire dalla solitudine.
    Urby non e' solo: a Wall Street c'e' WeLive, parte del colosso di "co-working" WeWork: 200 appartamenti gia' arredati offre una formula superflessibile: si può stare un anno oppure un giorno (a 269 dollari). I piani sono organizzati per "quartieri" con scale aperte e temi decorativi unificanti. E poi, per il dopo lavoro, biblioteca, whiskey bar, cucine comuni provviste di caffe' e acqua minerale nel frigo. Un paradiso per hipster: nella sala del bucato c'e' anche il tavolo da biliardo.
   

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