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Borghi, io 'padrino' al Lido poi sarò Cucchi

Interpretare un personaggio realmente esistito come Stefano Cucchi "ti costringe moralmente a restituire una verità. Ho la speranza che il cinema possa essere usato come veicolo per far riflettere le persone". Lo dice convinto Alessandro Borghi, che in autunno si calerà nei panni del trentenne romano morto durante la custodia cautelare nel 2009 ("è una storia che mi ha molto scosso") nel film che ne racconterà la vicenda, Sulla mia pelle di Alessio Cremonini, con Jasmine Trinca nel ruolo della sorella, Ilaria Cucchi.

Intanto però lo aspetta l'inedito impegno da 'padrino' della Mostra del Cinema di Venezia (30 agosto-9 settembre), dove condurrà le cerimonie di apertura e chiusura: "Ho accettato con gioia di farlo, perché sarà un'occasione enorme di guardare in una decina di giorni tantissimi film. Potrò appagare un po' la mia curiosità morbosa per il cinema in tutte le sue forme". Un ruolo che corona un percorso iniziato più di dieci anni fa, ma diventato travolgente da Non essere cattivo (2015) in poi, per Borghi che quest'anno ha anche vinto a Taormina il Nastro d'argento come miglior attore non protagonista per Fortunata e Il più grande sogno. I premi, spiega, "ci spingono ad alzare l'asticella, perché fanno crescere le aspettative del pubblico, dei critici, ma anche quelle personali".

Romano, classe 1986, approdato inizialmente al cinema nel 2005 come stuntman, per poi dedicarsi solo alla recitazione, Borghi è reduce dagli impegni sul set con Napoli velata di Ferzan Ozpetek e con The Place, la commedia corale di Paolo Genovese in cui è uno dei personaggi (insieme fra gli altri a Marco Giallini, Rocco Papaleo, Sabrina Ferilli e Vittoria Puccini) che si rivolge a un misterioso uomo (Valerio Mastandrea) che ha il potere di far ottenere tutto ciò che più si vuole, anche se a un caro prezzo.

Per lui, spiega, la cosa più importante, nel lavoro, sono gli incontri. E definisce "molto belli" quelli con Ozpetek e Giovanna Mezzogiorno per Napoli velata. Sulla trama del noir partenopeo non può dire nulla, ma stando alla sinossi su Filmitalia, la protagonista, Adriana (Mezzogiorno), avvolta da un mistero, verrà travolta da un amore improvviso e un delitto violento. "Napoli - racconta Borghi - la considero la gemella di Roma, con le stesse cose belle e le stesse problematiche. Durante la lavorazione ho avuto la possibilità di girarla molto a piedi e sul set, ero estremamente rilassato e sereno". E nonostante l'amore per la convivialità e la cucina di Ozpetek "in un mese sono riuscito a dimagrire quattro chili".

Per l'attore, che nei primi anni di carriera ha avuto tanti ruoli di contorno in fiction come Distretto di polizia, Ris - Delitti imperfetti, Rex e Che dio Ci aiuti, l'anno scorso è arrivato anche il primo ruolo da coprotagonista per il piccolo schermo, nella corale 'Suburra', la serie al debutto in autunno su Netflix concepita come prequel del film di Sollima, che sarà presentata in anteprima a Venezia il 2 settembre nella sezione Cinema nel giardino: "E' stata un'esperienza lunga, tanto faticosa ma anche tanto bella - dice -. Se viene fuori un prodotto che rifletta anche solo il 60% dell'impegno che ci abbiamo messo, avremo fatto tombola".

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