Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Jean Paul Gaultier, stilista con il mito di Fellini

Da Madonna a Brigitte. "La mia immagine perfetta della donna oggi? Non ho dubbi è la signora Macron, elegante, impeccabile, e porta gli anni benissimo". Esprime ammirazione sincera Jean Paul Gaultier, trasgressivo stilista francese creatore del capo iconico che definì i Novanta: il corsetto-reggiseno con le coppe a cono che alimentò il mito di miss Ciccone. A Ischia Global film e music fest, qualche giorno dopo la sfilata alta moda alla Parigi Fashion Week, ha ricevuto l'Excellenze award portando una piccola e preziosa mostra e indica nella première dame la 'Blonde ambition' della seconda decade del millennio. E ricorda un altro grande rivoluzionario dello stile, Gianni Versace, assassinato il 15 luglio di 20 anni fa: "Immensa perdita per la moda mondiale, persona simpatica dal grande cuore, ha rappresentato il Sud, il suo legame con la classicità, così come Armani è una delle due facce dell'Italia. Inventò le top modelle, valorizzando Naomi Campbell e le altre. Io nei casting cerco più carattere e interpretazione, lui era per il bello assoluto".

"Ho fatto lo stilista per fare cinema, è la mia vera passione", scherza rivelando un'attrazione per l'Italia che ne fa un francese sui generis. "Lavoro alle sfilate come fossi un regista e naturalmente Fellini è il mio mito. Posseggo anche un suo disegno originale di Casanova, meraviglioso, quel corsetto da uomo che indossava Donald Sutherland mi ha ispirato. Dal neorealismo agli anni Settanta l'influenza su di me del vostro cinema è stata superiore a quella degli autori francesi, certo, Nouvelle Vague compresa. Avete visto una ballerina più sexy di Sofia Loren con le sue lunghe leve? Ma ho adorato anche la Magnani in Bellissima. Tra gli autori di oggi posso dirvi che ho sostenuto Reality di Garrone quando ero giurato a Cannes, ambientazioni napoletane strepitose. E' lì che conobbi Moretti, giudice delizioso e democratico". L'Italia lo attrae fin dall'infanzia. Da quando era bambino e in assenza di bambole costruiva reggiseni da maggiorata (rieccoli) per l'orsacchiotto "e mia nonna mi faceva scoprire Vittorio de Sica che adorava, che eleganza! Ma l'idea di fare questo mestiere mi venne vedendo un film degli anni 40,'Falbalas' di Jaques Becker con Micheline Presle, la storia di uno stilista: mi dissi 'da grande farò quello'".

A Villa Arbusto porta cinque abiti che raccontano le sue 'ossessioni': il corsetto naturalmente, 'The Navy stripe' ('in omaggio a Querelle'), un trench pensando a Belle de Jour, le sirene (c'è l'abito bianco con le scaglie indossato da Marion Cotillard quando vinse l'Oscar nel 2008) e il cinema, mondo come quello della musica nel quale si sente a suo agio da sempre creando abiti, tra i tanti, per Almodovar e Besson e inventando profumi, l'ultimo dedicato a Wonder Woman. "Ischia? Conosco Napoli, Capri e Positano, non ero mai stato qui ma non vedevo l'ora di conoscere questi luoghi stupendi e il mare dove hanno girato il Talento di Mister Ripley". Appunto, la sua vita è cinema. 

Caricamento commenti

Commenta la notizia