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Nudi al museo, per gli scatti di Mapplethorpe

Nudi al museo. Letteralmente non tanto per dire. A Rotterdam fino al 27 agosto c'è una mostra dedicata alla fotografia di Robert Mapplethorpe, il geniale artista ineguagliabile nella raffigurazione di nudi scultorei nella fotografia. Così alla Kunsthal hanno pensato di organizzare per sabato 24 giugno un naked tour della mostra "Robert Mapplethorpe a perfectionist".

I visitatori possono sperimentare così una visita guidata eccezionale, senza vestiti, degli scatti di Mapplethorpe (1946-1989), uno dei più influenti artisti e fotografi del Ventesimo secolo. Più di due decenni dopo la sua morte i suoi lavori restano controversi e testano i limiti di cioò che è artisticamente possibile. Del resto, raccontano al museo, ''il corpo umano è il focus principale di gran parte del lavoro di Mapplethorpe. È in questo è imbattibile. Dopo il Montreal Museum of Fine Arts in Canada, dove la mostra è stata presentata all'inizio di quest'anno, il Kunsthal offre al pubblico un'esperienza extra con questa visita guidata ".

La mostra offre un'idea della sua carriera dai primi lavori alla fine degli anni '60 ai successi mondiali negli '80, più di 200 oggetti attraversando i suoi generi preferiti: ritratti, autoritratti, il nudo e lo still life. Organizzata dal Los Angeles County Museum of Art and the J. Paul Getty Museum in collaborazione con la Robert Mapplethorpe Foundation, la mostra ospitata al Kunsthal di Rotterdam è l'unica occasione europea per vedere da vicino i lavori dell'artista.

Ci sono tra gli altri gli scatti alla sua musa e fidanzata Patti Smith, alla body builder Lisa Lyon e al modello Phillip Prioleau, ma anche moltissimi autoritratti. In tutte queste opere ricercava la perfezione estetica. La sessualità è stata al centro di gran parte del suo lavoro. Alla fine degli anni '60 ha usato immagini dai magazine gay per i suoi collage e quando all'inizio degli anni '70 ha cominciato il suo percorso fotografico era così già pronto a scoprire la subcultura sado maso di New York. 

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