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Enrico Coveri, 30 anni dalla morte dell'enfant prodige della moda

 Sono passati 30 anni dalla prematura morte di Enrico Coveri, scomparso il 7 dicembre 1990 a Firenze. Aveva 38 anni, il mondo della moda lo aveva eletto enfant prodige nel 1977 quando, per primo tra gli italiani, aveva sfilato a Parigi con la sua collezione pret-a-porter.
    Aveva solo 25 anni, ma la sua prima sfilata l'aveva organizzata nel 1973, a 21 anni. Da allora le sue collezioni sono nella storia della moda: la sua passione per i colori forti e le paillettes, elemento distintivo del brand, usate in modo rivoluzionario. Allegro, solare, scanzonato e libero: questa era il suo stile. Accompagnato anche da una passione per l'arte contemporanea: la sua collezione di dipinti, compreso il ritratto firmato da Andy Warhol, è stata al centro di più mostre, la prima delle quali al Pecci di Prato, la città dove era nato.
    ''Il dolore non ha trovato soluzione, son passati 30 anni ma sembra ieri'', racconta all'ANSA Francesco Martini Coveri, nipote del fondatore della maison - è figlio della sorella Silvana - e direttore creativo dal 1996. ''Penso di non esagerare a dire che Enrico è stato uno dei geni della creatività italiana. - continua -. Per tante persone è ancora vivo nei ricordi. Era autodidatta, parlava francese, inglese. Mi dispiace non averlo vicino, anche professionalmente, per vedere cosa avrebbe fatto''. Il ricordo più forte riguarda il rapporto con la famiglia, alla quale Coveri era legatissimo. ''Era uno zio molto presente in famiglia, una persona che nonostante avesse ottenuto il successo, la domenica andava a fare colazione e poi a messa con la mamma e la nonna". Tanti gli aneddoti e i ricordi. ''Andavo a pranzo e avevo accanto Andy Warhol. - prosegue -. Un giorno, a mezzanotte, mio zio chiamò a casa, avrò avuto 13 anni, disse 'sveglia Francesco che andiamo a fare uno spaghetto con Madonna'. Un'altra volta mi venne a prendere a scuola per portarmi a Roma a vedere Michael Jackson. Suggeriva di 'guardare dove non guardano gli altri', quando tutti riconoscono una capacità artistica bisogna guardare anche oltre''. Oggi la sorella Silvana, amministratore unico, e il nipote Francesco, nel ruolo di direttore creativo portano avanti la sua eredità. ''Mi sono trovato naturalmente a seguire le collezioni, ero quello più vicino alle sue idee. - continua - Mi ritrovo in tutto quello che ha fatto. Basta pensare all'uso del colore''. E non è detto che un domani si possa veder sfilare Coveri a Firenze. ''In tempi non sospetti dicevo che il sistema di presentazioni non funzionava. La cosa si è evoluta in maniera tremenda con calendari tra Milano e Parigi che sono una corsa. - confida - C'era da tempo nei nostri pensieri la previsione di valutare cose diverse, stiamo pensando a nuovo format di presentazione. Ci piacerebbe anche Pitti Uomo; è il contesto più giusto e contemporaneo oggi, sono organizzati e devo dire che fanno un lavoro di estrema qualità. Firenze è anche la sua magia''. 
   

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