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Fake news: Università Budapest al Parlamento, serve strategia comune

BRUXELLES - "La strategia europea di lasciare ai singoli stati la lotta alla disinformazione non ha funzionato nel dotare l’Ue di strumenti efficaci per combattere il fenomeno”. Lo ha detto la professoressa di legge dell'informazione all'università di Budapest, Judit Bayer, presentando lo studio 'Disinformazione e propaganda' alla commissione speciale sulle ingerenze straniere nei processi democratici e la disinformazione del Parlamento europeo.

"All’inizio dell’era dei giornali ci si trovò in una situazione caotica che venne risolta con la nascita dei media governativi" e, allo stesso modo, la nascita di “piattaforme governative digitali a livello comunitario è una strategia possibile per difendere la democrazia europea", ha detto Bayer rispondendo a una domanda dell’eurodeputato del Pd Pierfranceso Majorino.

La professoressa ha poi affrontato il tema del microtargeting, la pratica che permette tramite algoritmo di creare campagne su misura grazie all’accesso ai dati sensibili degli utenti. Interrogata sui possibili rischi da Laura Ferrara, eurodeputata del M5S, Bayer ha specificato che il microtargeting è un "metodo di persuasione iper-efficace e pericoloso" e "usarlo nella comunicazione politica espone gli utenti a rischi altissimi di manipolazione delle emozioni e delle scelte politiche, andrebbe pertanto vietato nella comunicazione elettorale".

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