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Recovery: fonti Ue, molto probabile slittamento accordo

BRUXELLES - La presidenza tedesca della Ue puntava ad un accordo definitivo sul Recovery fund a metà ottobre, "ma molto probabilmente non si riuscirà a fare perché le discussioni con il Parlamento" sul bilancio Ue, parte del pacchetto, "non sono così avanzate", e perché il capitolo Recovery fund "è bloccato in Coreper da 7 Stati, che vogliono prima un accordo con il Parlamento sul bilancio Ue": è quanto riferiscono fonti Ue coinvolte nei negoziati, in vista dell'Ecofin di martedì che avrà uno scambio di vedute su alcuni aspetti tecnici del Recovery. 

La presidenza tedesca, quindi, lavora adesso con un nuovo orizzonte temporale che prevede un accordo entro fine ottobre inizio novembre, che comunque creerebbe dei ritardi significativi. "Avremmo comunque il problema delle ratifiche parlamentari, ognuno ha i suoi tempi, la Germania meno, l'Olanda di più, è difficile prevedere", spiegano le fonti, confermando che "la preoccupazione principale è il dibattito sullo stato di diritto che ha il potenziale di bloccare al Consiglio" il dossier Recovery, e di tenere il dossier del bilancio Ue fermo nel negoziato tra Consiglio e Parlamento.

"Con i leader europei abbiamo avuto un breve aggiornamento sui negoziati in corso i con il parlamento europeo per attuare cosa è stato deciso a luglio sul quadro finanziario pluriennale e le risorse proprie e sul Recovery fund. Avremo occasione nei prossimi giorni di ritornarci per cercare di fare progressi. Ci sono temi difficili fra gli stati membri e il Pe che dobbiamo risolvere, sappiamo che il piano concordato a luglio è un pacchetto politico ed è essenziale attuare il prima possibile quanto abbiamo deciso: è una questione di credibilità", ha detto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel al termine del Consiglio europeo straordinario a Bruxelles. "Abbiamo avuto una discussione breve sulla questione" dello stato di diritto, legata al Bilancio Ue 2021-2027 e al Recovery Fund. "Non è una sorpresa che sia una questione difficile - ha sottolineato Michel -. Sappiamo che è cruciale attuare quanto deciso al vertice di luglio. Continueremo a lavorare duro con gli stati membri ed il parlamento europeo sulla questione. Spero e credo che tutti insieme avremo la volontà politica comune di arrivare" ad una soluzione. 

"Non direi che siamo ormai oltre il guado, ma sono ottimista, andiamo verso una fase cruciale", ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel rispondendo a una domanda sui negoziati in corso sul Recovery Fund e il bilancio Ue (Qfp) tra Consiglio e Parlamento europeo. "Il Parlamento è di umore molto costruttivo ed è consapevole di quanto sia importante per tutti noi lanciare il Qfp e il Recovery Fund", ha detto Merkel, spiegando che ora, con il testo legale sullo stato di diritto, "tutti gli strumenti sono sul tavolo per iniziare a negoziare". Il Pe "ci ha promesso che inizieranno a lavorare molto rapidamente", ha aggiunto.

Sul meccanismo dello stato di diritto, ha proseguito la cancelliera, "ho parlato con i colleghi di Ungheria e Polonia e anche con altri colleghi" e "ci sarà sicuramente ancora un altro complicato round negoziale ma le cose sono legate insieme con le prospettive finanziarie e il Recovery Fund. Spero ce la faremo. Il tema dello stato di diritto", ha continuato Merkel, cioè la condizionalità legata al rispetto dello stato di diritto per ricevere i fondi Ue, "rimane all'ordine del giorno".

"L'Italia non permetterà di alterare o procrastinare l'entrata in vigore del Recovery fund. L'intera comunità europea è in sofferenza, le discussioni tecniche non ritardino l'attuazione", ha detto il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Bruxelles.  "Dobbiamo lavorare perché possa essere attuato in tempi rapidi" il Recovery Fund. "Significa attuare al più presto le previsioni regolamentari, che non possono - lo dico con chiarezza - mettere in discussione un impegno politico preso a luglio. Nessuno oggi può mettere in discussione un impegno politico a 27".

"Lavoriamo nella prospettiva di regolamenti attuativi, ci possono essere diverse sensibilità - ha proseguito Conte -. Ora c'è un confronto con il Parlamento europeo che vuole una testimonianza concreta per quanto riguarda le risosrse proprie. Si sta discutendo anche il profilo dello stato di diritto che è già contemplato: si tratta in linearità e coerenza con quel principio di darne attuazione, non riscriverne un altro. L'Italia sostiene gli sforzi della presidenza tedesca, la soluzione di compromesso ci sembra coerente, in linea con il principio dello stato di diritto".

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